“Beata te che hai vissuto negli anni Settanta”. La trentenne parrucchiera della mia amica Paola è ammaliata dalla sindrome dell’eterno ritorno, quel loop modaiolo che ciclicamente rivaluta questo o quel decennio della nostra Storia. È già successo con gli anni Sessanta e qualcuno ci ha imbastito interi cicli televisivi. Non c’è mito più forte di quello che non hai vissuto, perché te lo puoi immaginare, fabbricare a somiglianza della vita che sogni. Ma com’erano davvero i Settanta? La plumbea fase della “strategia della tensione” o gli anni della “crescita democratica”? Il buio tunnel del terrorismo o il periodo della fantasia ribelle? Questo podcast racconta alcune storie di chi quel momento l’ha abitato prima adolescente, poi giovane. Un’esperienza che non si svolge a Milano, Torino, Roma o Napoli, ma a Verona, una piccola, bellissima città, poco raccontata e ancor meno analizzata. Una zona allora periferica, ritenuta tale sino a poco tempo fa, nella quale, per contro, si annidavano le antinomie politiche, sociali e culturali che partorirono le tensioni generazionali e di classe, i terrorismi rosso e nero, gli squilibri e le questioni insolute che ci trasciniamo ancor oggi. La piazza, la famiglia, la religione, la scuola, la classe operaia, i movimenti, il neofascismo e l’estrema sinistra, il femminismo: temi che rivivono nella realtà quotidiana di persone comuni. Dieci puntate che attraversano il decennio fermandosi all’anno prima del rapimento Moro, 1978, episodio che segna una rottura e l’entrata dell’Italia in un’altra fase storica. Ora che la moda, la musica, l’arte, ripropongono immagini, look e tic di quel tempo, cerchiamo di restituirvelo con uno sguardo dal basso, nella sua ingenua e indisciplinata vitalità. Siete curiosi? Non vi resta che ascoltare.
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“Beata te che hai vissuto negli anni Settanta”. La trentenne parrucchiera della mia amica Paola è ammaliata dalla sindrome dell’eterno ritorno, quel loop modaiolo che ciclicamente rivaluta questo o quel decennio della nostra Storia. È già successo con gli anni Sessanta e qualcuno ci ha imbastito interi cicli televisivi. Non c’è mito più forte di quello che non hai vissuto, perché te lo puoi immaginare, fabbricare a somiglianza della vita che sogni. Ma com’erano davvero i Settanta? La plumbea fase della “strategia della tensione” o gli anni della “crescita democratica”? Il buio tunnel del terrorismo o il periodo della fantasia ribelle? Questo podcast racconta alcune storie di chi quel momento l’ha abitato prima adolescente, poi giovane. Un’esperienza che non si svolge a Milano, Torino, Roma o Napoli, ma a Verona, una piccola, bellissima città, poco raccontata e ancor meno analizzata. Una zona allora periferica, ritenuta tale sino a poco tempo fa, nella quale, per contro, si annidavano le antinomie politiche, sociali e culturali che partorirono le tensioni generazionali e di classe, i terrorismi rosso e nero, gli squilibri e le questioni insolute che ci trasciniamo ancor oggi. La piazza, la famiglia, la religione, la scuola, la classe operaia, i movimenti, il neofascismo e l’estrema sinistra, il femminismo: temi che rivivono nella realtà quotidiana di persone comuni. Dieci puntate che attraversano il decennio fermandosi all’anno prima del rapimento Moro, 1978, episodio che segna una rottura e l’entrata dell’Italia in un’altra fase storica. Ora che la moda, la musica, l’arte, ripropongono immagini, look e tic di quel tempo, cerchiamo di restituirvelo con uno sguardo dal basso, nella sua ingenua e indisciplinata vitalità. Siete curiosi? Non vi resta che ascoltare.
È difficile raccontare il Veneto degli anni Settanta senza parlare di religione, quella cattolica ovviamente. A Verona, come in gran parte dell’Italia di allora, cattolici si nasce e la chiesa è un’istituzione con la quale sei costretto a confrontarti. Eppure, proprio dove meno te l’aspetti, all’ombra del campanile, prende forma una ribellione dapprima silenziosa, poi sempre più forte, dirompente. Non è un caso se gran parte dei protagonisti di quel periodo, in positivo e in negativo, sono partiti da lì: sotto quel campanile succedono tante cose. Alcune ve le raccontiamo in questa puntata
Volevamo volare
“Beata te che hai vissuto negli anni Settanta”. La trentenne parrucchiera della mia amica Paola è ammaliata dalla sindrome dell’eterno ritorno, quel loop modaiolo che ciclicamente rivaluta questo o quel decennio della nostra Storia. È già successo con gli anni Sessanta e qualcuno ci ha imbastito interi cicli televisivi. Non c’è mito più forte di quello che non hai vissuto, perché te lo puoi immaginare, fabbricare a somiglianza della vita che sogni. Ma com’erano davvero i Settanta? La plumbea fase della “strategia della tensione” o gli anni della “crescita democratica”? Il buio tunnel del terrorismo o il periodo della fantasia ribelle? Questo podcast racconta alcune storie di chi quel momento l’ha abitato prima adolescente, poi giovane. Un’esperienza che non si svolge a Milano, Torino, Roma o Napoli, ma a Verona, una piccola, bellissima città, poco raccontata e ancor meno analizzata. Una zona allora periferica, ritenuta tale sino a poco tempo fa, nella quale, per contro, si annidavano le antinomie politiche, sociali e culturali che partorirono le tensioni generazionali e di classe, i terrorismi rosso e nero, gli squilibri e le questioni insolute che ci trasciniamo ancor oggi. La piazza, la famiglia, la religione, la scuola, la classe operaia, i movimenti, il neofascismo e l’estrema sinistra, il femminismo: temi che rivivono nella realtà quotidiana di persone comuni. Dieci puntate che attraversano il decennio fermandosi all’anno prima del rapimento Moro, 1978, episodio che segna una rottura e l’entrata dell’Italia in un’altra fase storica. Ora che la moda, la musica, l’arte, ripropongono immagini, look e tic di quel tempo, cerchiamo di restituirvelo con uno sguardo dal basso, nella sua ingenua e indisciplinata vitalità. Siete curiosi? Non vi resta che ascoltare.