Un programma che approfondisce temi d’attualità nel mondo dell’arte, con uno sguardo trasversale e multidisciplinare che dà la parola a storici dell’arte, artisti e conservatori, scrittori e critici, per parlare di artisti, opere d’arte, musei e nuovi linguaggi artistici. Ogni settimana l’inserto dedicato a una mostra scelta dalla redazione e raccontata dai curatori. E una selezione di notizie e segnalazioni di inaugurazioni da non perdere.
Un programma che approfondisce temi d’attualità nel mondo dell’arte, con uno sguardo trasversale e multidisciplinare che dà la parola a storici dell’arte, artisti e conservatori, scrittori e critici, per parlare di artisti, opere d’arte, musei e nuovi linguaggi artistici. Ogni settimana l’inserto dedicato a una mostra scelta dalla redazione e raccontata dai curatori. E una selezione di notizie e segnalazioni di inaugurazioni da non perdere.
®
In occasione della doppia esposizione dedicata alla produzione grafica di Pablo Picasso e di Markus Raetz Voci dipinte trasmette una puntata speciale in diretta dal Museo d’arte di Mendrisio. Due percorsi espositivi complementari che documentano la passione per la stampa d’arte di due artisti del Novecento molto diversi per generazione, stile e poetica, ma che si sono distinti per la loro sperimentazione calcografica e la capacità di innovare le varie tecniche incisorie.
Di Picasso sono state riunite ben 150 opere che provengono dall’importante fondo donato dal collezionista svizzero Georges Bloch alla Fondazione Gottfried Keller agli inizi degli anni Settanta. Di Markus Raetz sono esposte oltre 80 incisioni – molte delle quali inedite –, che documentano un capitolo della sua produzione: l’opera incisa con la tecnica del bulino.
Insieme alle co-curatrici della mostra, Barbara Paltenghi Malacrida e Francesca Bernasconi vi racconteremo le opere in mostra e le storie che racchiudono.
Prima emissione: 05 ottobre 2025.
«In principio era la bilancia, o così almeno prende forma, nell’immaginario collettivo, l’idea della giustizia, quando è disincarnata da un evento reale. (…)» scrive Giovanna Brambilla in Dritto e rovescio – venti storie di arte e giustizia Vita e Pensiero (2025), il libro che sta al centro della puntata di Voci Dipinte.
Come si è trasformata, nei secoli, l’immagine della bilancia e come è cambiato il senso della giustizia nel rapporto che con esso hanno intessuto gli artisti dall’antichità sino ai giorni nostri?
Ospite: Giovanna Brambilla, storica dell’arte, esperta in educazione e mediazione del patrimonio culturale, docente del Master “Economia e Management dei Beni Culturali”, della Business School de Il Sole24Ore.
L’inserto della settimana ci porta, infine, a Rancate, negli spazi della Pinacoteca Giovanni Züst dove è in corso la mostra “Accessori di classe Complementi di moda tra uso quotidiano e identità sociale 1830-1930”. Emanuela Burgazzoli ne ha parlato con la curatrice Elisabetta Chiodini.
«Carona non fu una scuola né un movimento, ma una costellazione di vite creative che trovarono un terreno comune nel desiderio di reinventare i modi di fare arte e abitare il mondo» scrive Tobia Bezzola nella presentazione della mostra in corso al MASI e dedicata a quella costellazione e in particolare alla figura e all’opera di David Weiss, artista zurighese tra i più significativi della sua generazione, che nel 1979 insieme a Peter Fischli fonda il celebre duo Fischli/Weiss conosciuto per i suoi lavori che indagano con ironia i limiti del quotidiano e dell’assurdo.
David Weiss vive a Carona tra il 1968 e il 1978, trovandosi al centro di una vivace comunità di artisti e scrittori che in quegli anni avevano trovato un rifugio e un luogo dove poter sperimentare in libertà nuove pratiche artistiche e nuove modalità creative. Per la prima volta questa storia è stata ricostruita attraverso un attento lavoro di ricerca e documentazione.
Fra pochissimo ne parliamo con Virginia Marano, che ha co-curato l’esposizione insieme a Tobia Bezzola.
Per la mostra della settimana andiamo a Basilea, dove la Fondazione Beyeler dedica la prima retrospettiva all’artista giapponese Yayoi Kusama. Un universo colorato e gioioso che ci racconta la curatrice intervistata da Lou Lepori.
«L’idea di standard – l’utente bianco, maschio, abile e di classe media – è nata attraverso determinati modi di conoscere e misurare i corpi. Questa figura si è fatta strada nel design attraverso manuali e programmi di studio». (Aimi Hamraie, intervista di Chiara Alessi, Architettura e inclusività, “Il Giornale dell’Architettura”)
Se per molto tempo l’architettura ha avuto come unico riferimento un “utente tipo”, un “corpo standard”, oggi sempre più designer, architetti, attivisti, chiedono di ampliare lo sguardo, di includere corpi, esperienze e sensibilità diverse, riconoscendo che ogni spazio può e deve diventare un luogo di partecipazione, non di esclusione.
Proprio questo tema, così attuale e urgente, sta al centro della puntata di Voci Dipinte. Lo spunto ce lo offre il recente speciale pubblicato dal Giornale dell’Architettura “Architettura e inclusività”.
Ospiti:
Anna Bernardi, Docente e ricercatrice di storia e teoria dell’arte e dell’architettura (ISA) presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio.
Sergio Bettini, Architetto e docente di Storia dell’Architettura e di Restauro presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio.
L’inserto della settimana ci porta al Museo Villa dei Cedri, Bellinzona, dove è in corso la mostra “Looking for Lissitzky”. Ne parla la direttrice del museo Carole Haensler.
«Quanto a me, cerco di essere semplicemente il più libero possibile nel mio modo di lavorare, nella scelta del soggetto.” Scrive Man Ray nel 1948 “Nessuno mi può imporre regole o guidarmi. Mi possono criticare dopo, ma è troppo tardi, il lavoro è fatto. Ho assaporato la libertà.” Non abbiamo alcun dubbio che il grande artista americano l’abbia assaporata questa libertà. Prova ne è la sua ricerca artistica, fra pittura, fotografia e cinema. Prova ne sono le sue sperimentazioni visionarie che hanno lasciato un segno indelebile nella cultura del Novecento.
In occasione della grande retrospettiva “Man Ray. Forme di luce” (Palazzo Reale Milano 24.09.2025 – 11.01.2026) “Voci Dipinte” dedica una puntata a questo grande protagonista della storia dell’arte recente.
Ospite della puntata: Raffaella Perna, la storica dell’arte contemporanea e autrice di un testo del catalogo “Man Ray. Forme di luce” (SilvanaEditoriale).
Con un intervento di Pierre-Yves Butzbach, co-curatore della mostra insieme a Robert Rocca.
L’inserto della settimana, a cura di Emanuela Burgazzoli, ci porta a Berna, al Kunstmuseum, dove è in corso la mostra “Panorama Suisse. Da Caspar Wolf a Ferdinand Hodler“. Ce ne parla la curatrice Anne-Christine Strobel.
undefined10 anni di attività per Casa Pessina a Ligornetto – uno spazio espositivo dedicato ai giovani fotografi attivi in Ticino e 35 anni di attività per la Galleria Consarc di Chiasso – fondata insieme alla moglie Daniela - nel 1990 a Chiasso, e da allora diventata un vero e proprio punto di riferimento per la promozione della fotografia d’arte sul territorio.
Due ricorrenze importanti da cui Voci dipinte prende spunto per ripercorrere la storia della cultura fotografica in Ticino: quali sono state le prime istituzioni che hanno promosso la fotografia e quali sono le iniziative e gli spazi oggi dedicati alla fotografia d’autore e alla fine art? E quanto è stato importante il ruolo dei collezionisti e dei galleristi per la divulgazione di questa arte?
Sono spunti che svilupperemo con i nostri ospiti: Francesca Bernasconi, collaboratrice scientifica del Museo d’arte di Mendrisio e curatrice della programmazione di Casa Pessina e Guido Giudici, titolare della Consarc/Galleria di Chiasso.
Per la mostra della settimana vi portiamo al Kunstmuseum di Lucerna, dove è stata ricostruita una storica e rivoluzionaria esposizione d’arte che nel 1935 ha tentato una sintesi unitaria delle molte correnti dell’astrazione. L’abbiamo visitata insieme alla curatrice Fanni Fetzer.
«Questo Centro deve poter esprimere e presentare un insieme coerente di opere che filologicamente si devono porre come confine osmotico, come filtro estetico tra un Nord e un Sud».
Così Marco Franciolli presentava il neonato museo del MASI nel settembre del 2015, inaugurato nella nuova sede del polo culturale, progettato da Ivano Gianola. Il Museo d’arte della Svizzera italiana nasceva dall’unione di due istituzioni già consolidate: il Museo Cantonale d’Arte – che aveva iniziato la sua attività nel 1987 a Palazzo Reali - e del Museo d’Arte della Città di Lugano, che era nato nel 1973 con sede a Villa Malpensata.
La mostra inaugurale aveva un titolo programmatico - Orizzonte Nord–Sud - a sottolinearne l’ambizione a essere crocevia culturale e artistico tra il Ticino, la Svizzera e la Lombardia. Da allora il museo è cresciuto affermandosi come importante realtà nel panorama nazionale, consolidando le collezioni – che contano oggi 15mila opere – e ampliando e diversificando l’offerta con una calendario espositivo che conta 8-9 mostre all’anno.
Quale identità si è costruito questa giovane istituzione? Quale posizione ha conquistato oggi nel panorama museale nazionale e quale impatto ha avuto sulle istituzioni culturali locali? Quali sfide lo attendono? Voci dipinte ne parla con il suo direttore, Tobia Bezzola, che dirige l’istituzione dal 2018 e che si appresta a passare il testimone nella primavera del 2026 a Letizia Ragaglia.
ART BASEL è riconosciuta come la più importante fiera di arte contemporanea al mondo; se la vocazione commerciale resta il nucleo della manifestazione che seleziona il meglio delle gallerie d’arte mondiali e attira ogni anno a Basilea un pubblico di collezionisti internazionale, la piattaforma Art Basel (che dopo Parigi, Miami, Hong Kong, si espande anche in Qatar) aspira ad affermarsi come un autentico marchio culturale. Ambizione confermata anche da alcune novità dell’edizione 2025: Première, un progetto curatoriale pensato per le gallerie medio-piccole e l’istituzione di un premio – gli Art Basel Awards – conferito agli artisti e a tutte le figure professionali loro “alleate”, come curatori e architetti. Una puntata in formato speciale diVoci dipinte in cui sentirete le interviste a Vincenzo De Bellis, direttore artistico di Art Basel, sul ruolo delle fiere, e a Giovanni Carmine, il curatore della sezione Unlimited, percorso espositivo di installazioni monumentali, l’appuntamento più atteso dal pubblico della fiera, e una presentazione di Parcours, originale allestimento di opere d’arte negli spazi pubblici della città, raccontata dalla sua curatrice, la direttrice dell’Istituto svizzero di New York Stefanie Hessler.
Quella curata da Carlo Ratti - uno dei dieci studiosi più citati a livello internazionale nel campo della pianificazione urbana – è una Biennale d’architettura che pone certamente al suo centro l’architetto e la sua disciplina, ma a cui affianca tutta una serie di figure provenienti da altre discipline: scienziati, filosofi e artisti, cuochi e codificatori, scrittori, creature vegetali e animali ….
Una selezione frutto anche di una metodologia curatoriale che è partita da un Manifesto di economia circolare e da una Open call che invitava alla partecipazione sulla base di quei principi. Il risultato è una delle selezioni più vaste mai viste in Biennale (300 contributi e più di 750 partecipanti) che ad alcuni visitatori è risultata un po’ troppo ricca, ma che rende perfettamente conto della complessità del tema affrontato: passare dalla mitigazione all’adattamento a un pianeta irreversibilmente segnato dall’Antropocene.
Con l’architetto ticinese Davide Macullo, che con il padiglione Albania espone a Venezia alcuni dei suoi ultimi progetti e con l’architetta, artista sonora e ricercatrice Sofia Boarino, visitiamo virtualmente i Giardini e l’Arsenale alla scoperta dei progetti più interessanti e innovativi di questa 19. Biennale di architettura.
“Electa” è da 80 anni una casa editrice che mira a sviluppare linee editoriali in grado di segnare il percorso della critica d’arte.
Ma naturalmente in 80 anni sono cambiati i contesti culturali sociali ed editoriali e fare editoria d’arte oggi, in un mondo globale e digitale, è un’attività molto diversa. Come diverso è fare mostre e rapportarsi da istituzione culturale con il pubblico, o forse meglio con i pubblici.
Un caso esemplare è quello della 24a Esposizione Internazionale di Triennale Milano, intitolata Inequalities che affronta un tema politico, sociale ed economico urgente e complesso che Triennale analizza con un approccio multi e transdisciplinare, anche attraverso la pubblicazione di un catalogo, che è quasi un diario di bordo del progetto, pubblicato da “Electa”.
In questa puntata Voci dipinte visita Inequalities con Stefano Boeri, presidente di Triennale e commissario generale dell’esposizione, e discute poi di cosa significhi oggi fare editoria d’arte, dai saggi ai cataloghi con la curatrice del catalogo di Inequalities Marilia Pederbelli e con il responsabile editoriale di Electa Marco Vianello.
Mentre i musei sono alle prese con la revisione del loro codice etico che delinea e ribadisce alcuni principi quali l’accessibilità, la promozione dei diritti umani e della giustizia sociale e la comunicazione delle conoscenze nel rispetto delle diverse prospettive e delle diverse comunità, negli Stati Uniti la presidenza Trump si scaglia contro l’ideologia “woke” e detta nuove regole alle istituzioni culturali per porre fine alle loro politiche di diversità, equità e inclusione. Ma il caso americano non è isolato; anche in Europa i musei stanno subendo gravi ingerenze politiche e crescenti pressioni, che non si traducono soltanto in tagli ai finanziamenti. Ma quali sono le ragioni profonde di questi attacchi? E quale impatto può avere sulla credibilità dei musei che dovrebbero fornire al pubblico informazioni autentiche e basate sui fatti? Quali pratiche mettere in atto perché il museo continui a essere strumento di cambiamento sociale e presidio di democrazia?
A Voci dipinte ospiti le museologhe Simona Bodo e Anna Chiara Cìmoli.
Per la mostra della settimana andremo al Museo Rietberg di Zurigo, per presentarvi un’esposizione dedicata al fenomeno della cultura pop coreana.
«Quando si fanno mostre per quarantatré anni si arriva ad un certo un punto. (…) Con 43 anni un uomo raggiunge l’equinozio della vita e può iniziare a costruire il proprio castello in aria, il proprio Palais idéal». Diceva Harald Szeemann in un’intervista del 2001.
«Da questo momento in poi, anche se fai una mostra con artisti contemporanei, vuoi che non sia solo una collettiva ma un mondo temporaneo».
Venti anni dopo la scomparsa del grande curatore svizzero esce il libro Pretenzione Intenzione, Objects of Beauty and Bewilderment from the Archive of Harald Szeemann (Edizioni Patrick Frey).
Il volume verrà presentato il 19 luglio alla Fondazione Monte Verità, giorno in cui viene inaugurata l’omonima mostra dedicata a questo importante protagonista della scena artistica internazionale.
Ospiti della puntata: L’artista Una Szeemann e il critico d’arte Michele Robecchi, curatori del progetto. La responsabile cultura della Fondazione Monte Verità, Nicoletta Mongini.
La personale dell’artista svizzero Roman Signer al Kunsthaus di Zurigo è, invece, al centro dell’inserto di questa puntata. Ce la presenta la curatrice Mirjam Varadinis al microfono di Emanuela Burgazzoli.
undefinedundefinedIl confronto multiculturale è parte da sempre della vita e della poetica di Angela Lyn, pittrice, scultrice e performer anglo cinese che da quasi cinquant’anni si è trasferita in Svizzera e che da una trentina vive e lavora a Lugano. È costante, sia nei suoi dipinti che nelle sue installazioni, la preoccupazione di trovare un linguaggio comune e condiviso.
E forse è proprio questa preoccupazione ad aver caratterizzato l’arco della sua creatività che l’ha guidata a passare dai dipinti - essenziali e puri in cui accanto a temi classici dell’arte orientale, come i cedri e i fiori di ciliegio, coesistono elementi occidentali – alle installazioni e alle performance.
In occasione della personale che il Kunstmuseum di Thun le dedica, Voci dipinte la ospita insieme al già direttore del MASI Marco Franciolli, in un dialogo sull’arte che spazia dall’interdisciplinarietà alla collaborazione artista-curatore.
La mostra della settimana ci porta poi a Milano dove il museo Poldi Pezzoli presenta la prima grande retrospettiva ad Andrea Solario uno dei più originali interpreti del Rinascimento Lombardo nato a Carona. Ne parliamo con la curatrice della mostra Lavina Galli.
Nel 1869, l’artista Johann Varrone regala un suo paesaggio, dal titolo Campagna romana al municipio di Bellinzona: è la prima opera d’arte donata alla città. Un dipinto che simbolicamente segna l’inizio della collezione d’arte cittadina. Oggi è una delle oltre 7mila opere appartenenti alle collezioni del Museo Villa dei Cedri, inaugurato nell’aprile del 1985. Un patrimonio culturale che è il frutto di una lunga storia di condivisione e di dialogo tra collezionismo e mecenatismo privato e istituzioni pubbliche; una storia strettamente intrecciata con quella della città di Bellinzona e del suo territorio, che a partire da fine Ottocento, grazie anche alla ferrovia, svilupperà una vivace scena culturale. Le tappe e gli aspetti meno noti di questo percorso sono ora ricostruiti in una mostra e approfonditi per la prima volta in un’importante pubblicazione curate dalla storica dell’arte Manuela Khan Rossi che insieme a Carole Haensler, direttrice di Bellinzona Musei saranno ospiti di Voci dipinte.
Tra gli artisti presenti nelle collezioni bellinzonesi anche Filippo Franzoni, il pittore locarnese di respiro europeo, che in queste settimane la mostra inaugurata al Masi di Lugano mette in dialogo con una serie di dipinti di Ferdinand Hodler, rivelando sorprendenti convergenze tra i due importanti artisti e protagonisti della scena culturale nazionale in un periodo cruciale tra fine Ottocento e inizio Novecento. L’abbiamo visitata insieme alla curatrice Cristina Sonderegger.
®
“Mi chiamo Niele Toroni. Sono nato il 15 marzo del 1937, a Muralto, in riva al Lago Maggiore. In Ticino, la Svizzera italiana a sud delle Alpi, che in primavera si riempie di camelie e mimose in fiore. Ci sono anche palme, banani che non riescono a far maturare le banane, limoni che a volte fanno centotrentanove limoni e finiscono sui giornali”. Anche in queste parole si coglie l’ironia che contraddistingue Niele Toroni, artista ticinese con una carriera internazionale, che viene omaggiato in queste settimane da due musei ticinesi – dove mancava da oltre trent’anni - e con una pubblicazione che include i suoi scritti e un’intervista inedita di Bruno Marcadé, storico e critico d’arte, amico di lunga data del pittore che era partito dal Ticino negli anni Sessanta per Parigi. Da allora Toroni si è affermato come uno degli esponenti delle avanguardie europee del dopoguerra. Diventato celebre per le sue “Impronte di pennello n. 50 a intervalli regolari di 30 centimetri”, un gesto artistico soltanto in apparenza ripetitivo.
A Voci dipinte ospiti Mara Folini, direttrice del Museo comunale d’arte moderna di Ascona e Sébastien Peter, direttore dei Servizi culturali della città di Locarno.
Bernard Marcadé ci guida attraverso la prima retrospettiva svizzera dedicata a Niele Toroni, allestita al Museo Casa Rusca di Locarno, che riunisce opere realizzate nell’arco di sessant’anni.
Prima emissione 6 aprile 2025
®
«In ogni pennellata, Casorati trasforma la banalità del quotidiano in un incantesimo» scriveva il critico Enzo Siciliano.
A distanza di 35 anni una grande antologica dedicata a Felice Casorati torna a Milano, una città che ha avuto una funzione strategica per la carriera di questo pittore, tra i più grandi del Novecento italiano. Una carriera decollata alla Biennale di Venezia del 1924, a cui aveva partecipato con importanti capolavori ora in parte riuniti ed esposti nella mostra in corso a Palazzo Reale a Milano. L’esposizione, curata dai maggiori studiosi di Casorati, documenta l’attività poliedrica del pittore e riunisce un centinaio di opere, tra cui dipinti raramente esposti, disegni, sculture. Sono stati ricostruiti interi capitoli del suo percorso artistico, come le Conversazioni platoniche e il rapporto con la famiglia Gualino, importanti mecenati torinesi del pittore. Un percorso articolato e completo che libera Felice Casorati da alcuni cliché, come quello di apparire come un pittore “troppo cerebrale e freddo”.
Voci dipinte ospita gli storici dell’arte Giorgina Bertolino e Fernando Mazzocca, che insieme a Francesco Poli, hanno curato l’esposizione.
Per la mostra della settimana andiamo al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, dove un progetto espositivo site specific di Ishita Chakraborty dialoga in modo inedito con l’iconico Spartaco.
Prima emissione 2 marzo 2025
La parola moneta ci induce a pensare a qualcosa legata a un’economia di scambio, di dimensioni relativamente contenute tanto da poterla facilmente trasportare con se. Ma questa è una visione prettamente occidentale e contemporanea (anche se per la verità anche nella nostra società gli strumenti di scambi economici quotidiani per le piccole spese si stanno radicalmente trasformando).
La mostra attualmente in corso al Museo delle Culture di Lugano African Design. I metalli del potere è il frutto di una ricerca su un genere di opere africane sorprendentemente moderne che hanno fatto la loro apparizione sul mercato dell’arte occidentale negli ultimi 50 anni e che nel loro viaggio hanno subito una risemantizzazione ancora in larga parte da narrare.
Prova a farlo questa settimana Voci dipinte insieme alla curatrice della mostra Moira Luraschi e all’antropologo Ivan Bargna.
La mostra della settimana ci conduce invece a Basilea dove il Kunstmuseum propone una retrospettiva dedicata a uno dei più grandi scultori del Novecento italiano: Medardo Rosso. Ne parliamo con la curatrice Elena Filipovich.
Una storia di arte e di poesia è il titolo della mostra che propone il Museo d’arte di Mendrisio: un progetto ambizioso e originale costruito attorno a otto figure di critici d’arte letterati e poeti italiani della seconda metà del Novecento, che incarnano ognuno con il proprio stile quella particolare capacità creativa di reinventare con la parola l’immagine pittorica e plastica. Il percorso espositivo propone un dialogo serrato tra Arcangeli, Bertolucci, Biamonti, Isella, Orelli, Sereni, Tassi e Testori e i loro artisti prediletti, in un percorso che affianca le opere d’arte – da Bacon a Cucchi, da Genucchi a Fautrier, da Morlotti a Guccione, da Valenti a Burri – e le citazioni tratte dai loro scritti. Ma che cosa accomuna questi critici-scrittori e che cosa è rimasto di quella critica d’arte così lontana dallo specialismo e dalla settorialità? Ne parleremo a Voci dipinte insieme al curatore dell’esposizione Simone Soldini e allo storico e critico d’arte Claudio Spadoni.
Per la mostra della settimana andremo al Kunstmuseum di Berna per la prima grande retrospettiva svizzera dedicata a Carol Rama, l’artista torinese che ha aperto la strada all’arte femminista di oggi, autrice di un corpus di opere sperimentali e radicali.
“Il surrealismo si fonda sull’idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme d’associazione finora trascurate, sull’onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero.” scrive André Breton nel suo “Manifeste du surréalisme” nel 1924. Il Surrealismo – continua Breton – “Tende a liquidare definitivamente tutti gli altri meccanismi psichici e a sostituirsi ad essi nella risoluzione dei principali problemi della vita.”
Cento anni dopo la pubblicazione del manifesto di Breton, critici e storici dell’arte ricostruiscono ed analizzano le vicende di un movimento internazionale attraverso una serie di pubblicazioni e mostre allestite nel corso del 2024 e del 2025.
Per l’occasione la nostra redazione dedica due puntate al Surrealismo. La prima, andata in onda il 16 febbraio scorso, era interamente dedicata a Max Ernst e al Surrealismo storico. In questa puntata parliamo, invece, del Surrealismo in Italia.
“È esistito, o si può propriamente parlare, di un Surrealismo italiano?”
Ospiti della puntata:
Alice Ensabella, professoressa di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università Grenoble Alpes. Curatrice della mostra Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, Una mitologia moderna (Parma, 2019), co-curatrice della mostra Il Surrealismo e l’Italia (Fondazione Magnani Rocca, 2024).
Alessandro Nigro professore di Storia dell’arte contemporanea e Storia della critica d’arte presso l’Università di Firenze (dal 2005 al 2024). Autore della monografia Ritratti e autoritratti surrealisti (Padova 2015). Autore e co-curatore della mostra e del volume “Il Surrealismo e l’Italia” (Dario Cimorelli Editore).
L’inserto della settimana ci consente di approfondire ancora la nostra indagine sul Surrealismo insieme a Raphaël Bouvier, curatore della mostra “La Chiave dei Sogni” alla Fondazione Beyeler.
undefined®
Il Gran Premio svizzero d’arte / Prix Meret Oppenheim va anche quest’anno a tre operatori culturali di spicco. Su raccomandazione della Commissione federale d’arte (cfa), l’Ufficio Federale della Cultura premia Felix Lehner, Miroslav Šik e Pamela Rosenkranz, la grande artista svizzera che ha conquistato la scena internazionale. Tutti ricordiamo la sua installazione Our Product , presentata alla 56a Biennale di Venezia, un’installazione che trasformò il padiglione svizzero in un’esperienza multisensoriale.
Ma la straordinaria carriera di questa artista, originaria di Altdorf, Canton Uri, è un’eccezione nel panorama elvetico? Quanto è difficile, oggi, per le artiste svizzere riuscire a scegliere il percorso dell’arte, a crescere e sviluppare la propria ricerca? La nostra redazione prende spunto dal premio a Pamela Rosenkranz per andare a guardare da vicino il percorso e il lavoro di due artiste ticinesi: Samoa Remy e Daniela Droz.
Ospiti della puntata: Samoa Remy, artista. Daniela Droz, artista, Roberto Pellegrini, membro del Comitato di Visarte Ticino.
Con un intervento del Presidente della Commissione federale d’arte Raffael Dörig.
Anche l’inserto della settimana ci consente di mettere a fuoco la ricerca di un’artista svizzera, Louisa Gagliardi. Il MASI Lugano presenta Many Moons, la prima grande mostra istituzionale in Svizzera a lei dedicata. Ce ne parleranno la curatrice Francesca Benini e l’artista Louisa Gagliardi.
Prima emissione: 23 febbraio 2025