
''Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione, sintonizzata su un canale morto.«Non sono un fattone» sentì dire Case da qualcuno mentre si apriva un varco a spallate nella calca assiepata davanti all'ingresso del Chat. «È il mio corpo che patisce un'enorme mancanza di droga.» L'accento era tipico dello Sprawl, come pure la battuta. Il Chatsubo era un bar frequentato da espatriati di professione; potevi andarci per una settimana di seguito senza sentire due parole di giapponese.''Questo è un estratto da Neuromante, il romanzo di fantascienza di William Gibson. Le sue pagine si presentano come un sogno al risveglio: frammentate, piene di vuoti e interruzioni. I dettagli sfuggono, l’inizio è incerto, la fine lo è ancora di più. È uno scenario liquido e instabile in cui si muove il lettore, dove ogni elemento appare e scompare senza mai trovare una collocazione precisa nello spazio o nel tempo. Anche il linguaggio riflette questa dimensione allucinata, sospesa, quasi onirica.
Vera Gheno, sociolinguista, traduttrice dall’ungherese e divulgatrice, ha scelto proprio Neuromante per inaugurare con noi Ti porto un libro – live tenutosi a Firenze. Con alle spalle vent’anni di collaborazione con l’Accademia della Crusca, quattro anni con Zanichelli, diciotto anni di insegnamento all’Università di Firenze e, dal 2021, un ruolo da ricercatrice presso la stessa università, Vera Gheno ci accompagna in un viaggio allucinato attraverso parole, visioni e nei mondi futuri di Gibson.
Cosa può darci questo libro?
E tu, l’hai letto?