Praticare per avere, ottenere, sublimare, riuscire, migliorare — tutto questo è necessario, ed è ciò che muove la nostra volontà. Tuttavia, nel tempo, ogni sforzo appare come una sola cosa: la manifestazione di una ricerca di potere.
Ma se impariamo a vederci non come individui isolati, bensì come anelli di una catena più grande — una catena che include anche gli altri — allora comprendiamo che nessuno dei risultati che otteniamo personalmente ha un valore assoluto. Ciò che conta non è ciò che possediamo o realizziamo, ma il modo in cui la nostra azione partecipa a un equilibrio più vasto.
Vediamo perché.
La pratica del Taichi ha prodotto nei secoli una significativa quantità di cosiddetti testi classici, ovvero testi scritti che diventano canonici in quella particolare tradizione. La loro conoscenza è di grande aiuto per conseguire risultati, e qui vediamo perché.
Dal Corpo all'Energia, dall'Energia alla Mente. La Mente però può piegare l'Energia, deformarla. Ed è per questo che la Forma della Mente è importante: vittimismo, rancore, paura, tutte emozioni che vengono solidificate e ripetute da cicli mentali negativi, spesso prendendo la forma di una narrativa mentale falsificante.
E' corretto che un praticante di Tai Chi, Qi Gong o Meditazione si occupi di politica? O forse egli deve praticare "Equanimità" e distacco dai temi mondani? Ed è questo che il termine Equanimità realmente indica?
E' sempre consigliabile evitare di fare entrare temi "tossici" o "divisivi" negli ambienti dedicati alla pratica, il che non vuol dire che una mente aperta, a cui la pratica aggiunga magari Chiarezza Mentale e Qualità Morale, abbia le proprie idee anche forti, qualora abbia i mezzi per produrle.
- la visione della realtà in filosofia e scienza;
- il corpo o se' come strumento di conoscenza;
- corpo, energia (emozionalità), spirito (mente);
- il pericolo dell'escapismo.
Perché la "Mindfullness" non è mindfullness.
Per avere successo nelle Arti Interne è necessaria tanta disciplina. Una disciplina di ferro, una volontà incrollabile. Oppure no?
Social media e arti interne: non solo sfide, ma anche opportunità, per chi insegna e per chi impara: il podcast esamina come le nuove piattaforme impattano sulla preservazione dell'autenticità delle arti interne nell'era della viralità e dell'engagement online, offrendo uno sguardo affascinante sull'incontro tra tradizione millenaria e tecnologia moderna.
Che si tratti del Taijiquan o di altri arti marziali asiatiche tradizionali, una delle accuse o, forse piu' correttamente, constatazioni, che vengono fatte e' che queste non sarebbero "efficaci nel combattimento". E cosa sarebbe il combattimento? Cos'e' la realta' della strada? Dalla guerra allo scontro di due adolescenti nel cortile della scuola la differenza e' tanta, tanta quanta ce ne e' fra il ring e la strada. Ed al praticante di arti marziali, diciamoci la verita', non deve interessare nessuno di questi contesti. In questa puntata vi spiego perche'.
Uno dei temi piu' ricorrenti nelle discipline olistiche e' la "pratica senza scopo", una pratica che rifugge da ogni specifica definizione, tanto che il metodo stesso viene definito un "non agire". Cos'e' il Wu Wei, qual'e' il rapporto di questo concetto taoista e gli analoghi termini usati nel buddismo Chan/Zen, ed in definitiva, in cosa consiste, ma, soprattutto, cosa non e'.
Lo Zen e' una scuola buddhista giapponese, derivante dal Chan cinese. Cosa sappiamo delle pratiche del Chan originario? In che misura esso e' stato influenzato dalle pratiche taoiste autoctone? Cosa si e' perso nel passaggio allo Zen giapponese, e cosa a sua volta dal Giappone all'Occidente? "Mente Vuota", "pratica senza scopo", illuminazione immediata o graduale, sono questi concetti che possono aiutare il praticante principiante? Non si rischia di formalizzare la pratica che voleva essere Senza Forma, restando seduti, immobili, ad aspettare Godot?
A cosa serve la Forma del Taichi? Ginnastica morbida per anziani o feroce arte marziale? Entrambe queste cose, controintuitivamente, o qualcos'altro ancora? Cerchiamo di fare il punto, attraverso un'analisi delle fondamenta olistiche dell'approccio cinese alla realta', insito nella lingua stessa, ed in come diverse necessita' ed esigenze si siano nel tempo fuse in questa fantastica disciplina.
Il nostro tempo ha prodotto una serie di nuove metodologie per il controllo dello stress, dei problemi di sonno e dell'ansia, elementi questi di malessere che si accompagnano all'analisi psicoterapeutica e che sono di per se' figli della rivoluzione intimista degli ultimi due secoli. Le pratiche di meditazione tradizionali tuttavia non hanno a che vedere con nulla di tutto cio'. Capiamo perche'.
Recentemente il Financial Times ha lanciato un nuovo podcast investigativo, "Untold", e la prima serie e' dedicata ai danni derivanti dagli eccessi di una meditazione intensiva: "The Retreat".
La meditazione intensiva puo' creare danni anche importanti sia al fisico (caviglie ginocchia anche) che alla mente. Cerchiamo di capire perche'.
Risorse per aiutare le vittime di meditazione intensiva:
https://www.cheetahhouse.org/
https://miguelfarias.co.uk/
Alcune delle più note applicazioni pratiche del Taijiquan sono "Pushing Hands" e "Fajing".
- Esistono differenti tipologie di Pushing Hands, tutte egualmente legittime;
- La cooperatività nel Pushing hands è fondamentale perché l'esercizio rechi i giusti benefici;
- Fajing è un termine generico, non ha senso dire "questo non è Fajing" se qualcuno sta applicando una qualunque forza;
- Esistono differenti tipologie di Fajing, tutte egualmente legittime.
Cosa si intende con il termine meditazione:
- pratiche differenti rientrano tutte nella definizione del termine;
- il termine "meditazione" e' gia' fuorviante rispetto alla radice asiatica;
- meditazione buddhista e meditazione taoista;
- mindfulness.
Si parla sempre di rilassatezza, qual'e' dunque il ruolo della muscolatura nelle arti interne cinesi?
- E' impensabile che possa esistere una funzione marziale nel Taijiquan senza lo sviluppo del sistema tendineo-muscolare;
- Il momento del "rilasciare" e' un punto di inizio ma non una palude nella quale ristagnare;
- Il processo di ottimizzazione del proprio sistema energetico porta anche nel Qigong ad una maggiore "forza" fisica;
- Nei sistemi marziali la forza fisica viene appositamente perseguita ed ottimizzata, obiettivo rispetto al quale la pratica energetica e' meramente funzionale;
- Nei sistemi energetici una delle funzioni del vigore fisico e' riuscire a mantenere le estenuanti sessioni di pratica.
Il ciclo Ignoranza-Paura-Potere-Frustrazione-Rabbia.
- Il Potere del Taiji marziale;
- Il Potere del Taiji per la salute e la coltivazione;
- il Potere di chi insegna;
- il Potere di chi apprende.
Fra le varie deviazioni che un gruppo di pratica puo' inavvertitamente prendere, ne discutiamo qui qualcuna:
- Il Maestro come uomo forte che appiattisce tutte le differenze che fuori fanno sentire insicuri;
- Il Maestro come rappresentante del vero metodo, rispetto al quale tutti gli altri sono brutte copie;
- L'arte praticata come unico accesso a verita' superiori;
- Il lignaggio e la sua specialita', narrativa mentale che si chiude con il rapporto privilegiato col Maestro e l'ascesa nella gerarchia interna.
Maestro e Allievo non sono gli unici a formare lo spazio umano di pratica: si e' di piu', c'e' una comunita'.
- Accettare i propri limiti e riconoscere le proprie forze attraverso il confronto con l'altro;
- La comunita' multimediale puo' essere un elemento di arricchimento;
- Il gruppo chiuso puo' trasformarsi in un problema ed in una competizione al ribasso;
- Le arti marziali interne e la loro ricerca di contatto offrono un concreto riscontro.