
Il 3 febbraio scorso, durante una partita di basket di U19 femminile, una giocatrice dell'Happy Casa Basket Rimini si è sentita apostrofata con la parola "scimmia".
Insulto non abbastanza "razzista" da poter sospendere la partita (da regolamento) ma abbastanza devastante per una giovane immigrata di seconda generazione.
Sintomo di una cultura, quella italiana, dove insulti del genere sembrano essere normalizzati e che potrebbero aumentare vista la sempre maggiore presenza di atleti e atlete figli di immigrati.
Ma è ora di dire basta! Per questo riprendere la storia portata alla luce dalla Giornata Tipo; per dire ogni giorno basta al razzismo sugli spalti di ogni sport; per ricordare a tutti che "scimmia" è un insulto a sfondo razziale e che no, non può più essere tollerato (se mai lo fosse stato).