
Trade Republic non è più solo un neobroker per investire in azioni: in pochi anni si è trasformato in una piattaforma paneuropea completa per la gestione del patrimonio. Nata in Germania nel 2015 e lanciata al pubblico nel 2019, questa fintech ha visto raddoppiare la sua base utenti in un solo anno, arrivando oggi a contare oltre 8 milioni di utenti in 17 Paesi e oltre 100 miliardi di euro di asset complessivi gestiti sulla piattaforma. Numeri da record, alimentati da una strategia ambiziosa e vincente.
Ma quali sono le chiavi di questo successo? Trade Republic ha ampliato radicalmente la sua offerta, andando oltre il trading a zero commissioni. Ha introdotto piani di risparmio in ETF personalizzabili e gratuiti, una carta di debito con cashback che investe automaticamente l’1% di ogni spesa in un piano di accumulo, e soprattutto un conto corrente con IBAN locale che remunera la liquidità al tasso annuo della BCE. Questa scelta di riconoscere gli interessi pieni ai clienti ha già portato TR a distribuire oltre 2,5 miliardi di euro ai suoi risparmiatori in appena due anni e mezzo. Non solo: grazie a partnership strategiche con Apollo ed EQT, la piattaforma ora offre l’accesso ai Private Markets – investimenti in società non quotate – con un investimento minimo di 1 €. Un’innovazione che democratizza ulteriormente opportunità prima riservate a investitori istituzionali.
Dietro l’espansione lampo di Trade Republic c’è un playbook ben studiato. Forte di un’unica licenza bancaria europea e di un’infrastruttura tecnologica proprietaria, TR è riuscita a scalare rapidamente in 17 Paesi del continente. Ha combinato scala e localizzazione: da un lato un’efficiente piattaforma pan-europea comune, dall’altro adattamenti ad hoc per ogni mercato. In Francia, Spagna, Italia e altrove, TR ha aperto filiali nazionali per offrire conti correnti con IBAN locale e servizi su misura – ad esempio, in Francia è stata la prima a lanciare piani di risparmio PEA senza commissioni. Questo approccio le ha permesso di raggiungere oltre 340 milioni di europei potenzialmente servibili, offrendo ovunque prodotti competitivi ma anche adeguati alle normative e alle consuetudini locali.
Naturalmente, una crescita così vertiginosa comporta anche sfide. Sul fronte regolatorio, Trade Republic deve navigare un contesto complesso: le autorità europee alzano l’asticella (basti pensare alle nuove regole UE sui crypto-asset e al bando imminente del payment for order flow, una pratica finora fonte di ricavi per TR). Dal punto di vista tecnico, gestire milioni di utenti e transazioni richiede infrastrutture solidissime: la piattaforma ha già affrontato momenti critici durante picchi di mercato (emblematico il caso GameStop del 2021, quando fu costretta a bloccare l’acquisto di titoli “meme” in piena bolla, attirando oltre 4.000 reclami al regolatore). Come affronterà l’azienda questi ostacoli?
Trade Republic: da neobroker a piattaforma europea di wealth è un viaggio affascinante nel mondo delle fintech che stanno rivoluzionando il risparmio. In questa puntata ne ripercorriamo la storia, le strategie e le ambizioni future, con un linguaggio diretto e tanti spunti per gli appassionati di startup, tech e fintech. Preparati a scoprire come una startup tedesca ha conquistato la finanza europea – e quali sfide la attendono – premi Play e buon ascolto!