Un ragazzo di sedici anni, un campo di periferia sotto la pioggia, un gol che nessuna telecamera ha mai ripreso. Eppure per cento spettatori quel momento è stato eterno. Questa scena racchiude l'anima del calcio che rischiamo di perdere.
In questa puntata esploriamo come il calcio si sia trasformato da gioco in industria globale. Dagli stadi diventati "experience centers" ai calendari sempre più affollati, dalla scomparsa dei fantasisti ai sistemi tattici che privilegiano l'ordine sulla creatività.
Parliamo delle preoccupazioni di Klopp e Ancelotti sul sovraccarico di partite, di come i "Chief Football Officer" abbiano sostituito i direttori sportivi di una volta, e soprattutto di quello che davvero conta: l'emozione pura.
Perché il calcio non è solo business, è patrimonio culturale. È lo sguardo di un bambino al suo primo gol, il silenzio di uno stadio che trattiene il fiato, la magia che nasce quando è tutto imperfetto e umano.
Una riflessione su come possiamo scegliere da che parte stare: dalla parte dei sogni che nascono nel fango in una giornata di pioggia e non muoiono mai, anche quando nessuna telecamera li riprende.
Quella è la rimonta che conta davvero.
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