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Racconti dell’Ottocento: i palchettisti del Teatro Cagnoni di Vigevano
eArs
8 episodes
3 months ago
Scopri la Vigevano di fine Ottocento attraverso i palchettisti del Teatro Cagnoni. 
In ogni episodio esploreremo la città e conosceremo la sua storia attraverso la voce dei palchettisti storici del suo principale teatro. 
Un podcast dallo stile narrativo adatto sia per chi vuole sapere di più su questa città, sia per gli appassionati della Belle Époque.
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Scopri la Vigevano di fine Ottocento attraverso i palchettisti del Teatro Cagnoni. 
In ogni episodio esploreremo la città e conosceremo la sua storia attraverso la voce dei palchettisti storici del suo principale teatro. 
Un podcast dallo stile narrativo adatto sia per chi vuole sapere di più su questa città, sia per gli appassionati della Belle Époque.
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3. Carlo Scotti
Racconti dell’Ottocento: i palchettisti del Teatro Cagnoni di Vigevano
8 minutes
1 year ago
3. Carlo Scotti
Di un teatro si può parlare descrivendone la bellezza: drappi di velluto, statue d’ottone, stucchi preziosi o perfino parlando dei concertisti e ballerini che hanno eseguito la loro migliore esibizione. Oppure, invitandovi a mettervi comodi in un luogo speciale: tra i palchetti d’onore, dove incontreremo le voci delle donne e degli uomini illustri che hanno dato vita alla storia del Teatro Cagnoni di Vigevano. 

In questo episodio incontreremo il Cavaliere Nobile Carlo Scotti che, oltre ad essere uno dei nostri palchettisti, ha lasciato la sua traccia in molti luoghi qui a Vigevano. Eccolo, sta uscendo di casa… Magari, saprà indicarceli direttamente lui.

Carlo Scotti: Sono qui, sono qui! Ben arrivati! Che dite? Ci facciamo due passi fino al Teatro Cagnoni? Stasera niente spettacoli per me: a casa mia si terrà una festa - come da consuetudine - ma fatemi prendere qualche minuto d’aria prima di cominciare… mi accompagnate?
Vorrei portarvi a vedere un posto qui vicino, in Piazza San Francesco. Perdonatemi la fretta, non abbiamo molto tempo prima della festa e non posso certo mancare. 
N: Quelle di casa Scotti sono state feste sontuose, degne del migliore racconto della belle epoque, in cui i vigevanesi più…

C: Ehm ehm, dicevamo, alle feste torneremo dopo… ma intanto, sapete cos’è questa? Be’, certo, è una chiesa, ma sapreste dirmi qualcosa di più, diciamo, interessante? Oh, va bene, allora comincio io! È la chiesa intitolata al santo dei poverelli e dei miracoli: Francesco d’Assisi. A dire il vero questa magnifica chiesa ha richiesto più di qualche semplice sforzo, e se non fosse che non aver timore di Dio sia un grave peccato, vi direi che il miracolo l’abbiamo fatto anche noi. Noi chi? Quelli del “Comitato per la chiesa di S. Francesco”. È un edificio, pensate, risalente alla fine del 1300 e restaurato, da noi, nel 1903, per mano dell’Architetto Gaetano Moretti. Fu sua l’idea di ripristinare l’antico aspetto della facciata in stile gotico-lombardo. Feci appena in tempo a vederla finita che me ne andai da questo mondo a distanza di pochi mesi, ma sazio del nostro buon lavoro.
 
N: La chiesa di S. Francesco, costruita in principio come cappella del convento dei Frati Minori di Vigevano, subì profonde trasformazioni lunghe sei secoli, che la portarono al suo aspetto attuale a seguito del restauro della facciata citato da Carlo Scotti.

S: E non fu l’unica opera finanziata coi fondi della mia famiglia… ma andiamo avanti.Noi Scotti, fummo imparentati con le più importanti famiglie di Vigevano, come i Morselli e i Merula. Proseguiamo di qui, proprio per via del Teatro, oggi, appunto, via Merula: c’è una cosa al numero 40 che vorrei farvi vedere…
Voi oggi lo conoscete come l’archivio storico, ma sapevate che al mio tempo era l’orfanotrofio? Una volta non era così raro che anche dei bimbi un po’ cresciutelli fossero affidati a questi istituti. Ogni città ne aveva uno, e quello di Vigevano, del quale noi Scotti fummo i patroni, ebbe qui sede fino al secondo dopoguerra.

N: Non è difficile immaginare ancora oggi i piccoli correre avanti e indietro sotto al portico quadrangolare del chiostro. Faceva parte di un complesso più grande: il Monastero seicentesco di Santa Maria Assunta, soppresso poi nel 1805 e venduto, chiesa compresa, per undicimila lire. Buona parte degli edifici vennero distrutti, ma nell'ex chiesa, nel 1810, sorse il teatro Galimberti - vi ricordate? È quel teatro che fece concorrenza al nostro teatro Cagnoni fin dal giorno dell’inaugurazione di quest’ultimo! Ai locali del chiostro, invece, toccò ospitare prima l’orfanotrofio, poi l’attuale sede dell'archivio storico vigevanese.

S: Il chiostro è davvero un luogo di pace e contemplazione. Come del resto, potrebbe esserlo la sala di una pinacoteca. Vi ho mai detto che qui a Vigevano ve n’è una? È cominciato tutto così:...
Racconti dell’Ottocento: i palchettisti del Teatro Cagnoni di Vigevano
Scopri la Vigevano di fine Ottocento attraverso i palchettisti del Teatro Cagnoni. 
In ogni episodio esploreremo la città e conosceremo la sua storia attraverso la voce dei palchettisti storici del suo principale teatro. 
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