Ci sono momenti in cui un genitore non ha bisogno che qualcuno gli dica che suo figlio sta male.
Lo sente.
In un silenzio diverso, in uno sguardo che scappa, in quel “boh” che pesa più di mille parole. Quando un figlio soffre, il cervello del genitore entra in allarme: il corpo si tende, la mente corre, l’amigdala accende il “codice rosso”.
È la biologia dell’amore, ma anche la fatica di chi sente troppo e non sa come contenere. In questo episodio di Pionieri Moderni,  racconto cosa accade dentro un genitore quando percepisce il malessere emotivo di un figlio o di una figlia, e come ritrovare equilibrio, calma e presenza per tornare a essere un rifugio. Perché la calma, proprio come la paura, è contagiosa.
E la presenza — quella vera — è già una forma di cura.
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