Dai Teatini c’è serata di preghiera per il Papa; si recita Rosario, c'è calma e perfino un po’ d’incenso.
Palermo, così priva di sorriso, dà il cafard; chi ci viene mandato, deve starci come a Sidi Bel-Abbes.
Neanche più un caffè dove sostare e osservare la gente.Grovigli d'auto, crimini in serie, noia.
Piana degli Albanesi.
Le carnezzerie usano come frasca da richiamo un pezzo di carne pendula.
Sulla porta della parrocchiale: vieni e ascolta.
Sono venuto, mi sono messo in ascolto, nessuno mi ha parlato.
Qui è ancora un umano abitare; i muri non hanno scritte né manifesti; una tregua da questi messaggi infami e benefica per la mente.
Il cinema è chiuso: altra piccola libertà dall'immagine.Incontro un bel prete orientale, occhio infido, tutto fresco e liscio.Il vento è felice di battere tanta roba stesa, gonfia di buon odore.
Luoghi narranti narrati e citati: Palermo -
Piana degli Albanesi -
Via Arciprete Matranga -
Piazza Marina -
Museo di Capodimonte -
Chiesa Gesù NuovoSe VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Un Viaggio in Italia» https://penisolabella.blogspot.com/2024/06/un-viaggio-in-italia-del-1981-1983-di.html A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.
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