La situazione attuale dipinge un quadro malinconico di Sciesopoli. Un tempo vivace dimora per bambini, ora ridotta a una struttura colossale in rovina. L'edificio abbandonato sembra "esalare un respiro fantasmagorico" attraverso le finestre i cui vetri sono frantumati, suggerendo un'aura spettrale e un passato che ancora aleggia tra le mura. Le scale spoglie che si perdono nell'oscurità accentuano ulteriormente il senso di oblio e decadenza.
La storia dell'Istituto Climatico Permanente di Selvino, un luogo che aveva ospitato storie di cura, educazione e persino rifugio per profughi, imboccò una fase critica a partire dal 1977, segnando l'inizio di un lento ma inesorabile declino che culminò con la sua chiusura nel 1985. Questo decennio fu caratterizzato da incertezze finanziarie, battaglie sindacali per la stabilizzazione del personale, tentativi di reinventare la sua funzione attraverso progetti innovativi come "Scuola Natura", e infine, l'inevitabile epilogo dovuto alla cessazione del sostegno da parte del Comune di Milano.
Nei primi anni '50, la Fondazione Tonoli e Melloni, proprietaria di Sciesopoli, si trovò ad affrontare crescenti difficoltà finanziarie. Per superare queste criticità e rafforzare la propria capacità di intervento, fu proposta una radicale trasformazione degli scopi statutari dell'istituto, con l'obiettivo di unire le forze con altre organizzazioni locali operanti nel settore dell'assistenza. Questa decisione, ratificata nell'adunanza del 12 marzo 1951, segnò l'inizio di un processo di fusione che avrebbe profondamente cambiato l'identità di Sciesopoli.
Nel 1948, la nascita dello Stato di Israele segnò un momento cruciale nella storia di Sciesopoli. Dopo anni di accoglienza e protezione, i bambini ebrei orfani, sopravvissuti alle atrocità della Seconda Guerra Mondiale e all'orrore dell'Olocausto, si trovarono di fronte a una scelta: rimanere in Italia, il paese che li aveva salvati, o emigrare nella neonata terra promessa. L'idea di costruire un futuro in un paese ebraico, libero e indipendente, attrasse molti di loro. La partenza per Israele rappresentò un momento di grande emozione e speranza, ma anche di tristezza e nostalgia per il luogo che li aveva accolti e protetti durante gli anni più difficili della loro vita. Sciesopoli, che aveva rappresentato un rifugio sicuro e un simbolo di rinascita, si preparava a un nuovo capitolo della sua storia.
Nel cuore delle Alpi bergamasche, a Selvino, un edificio abbandonato di nome Sciesopoli si trasformò, a partire dall'autunno del 1945, in un rifugio vitale per centinaia di bambini ebrei orfani, sopravvissuti all'orrore della Shoah. Definito nei documenti come "il più grande istituto per orfani in Italia, tra i più importanti in Europa", Sciesopoli divenne una "Comunità Israelitica", offrendo accoglienza, protezione e una nuova esistenza a oltre 800 minori, alcuni dei quali non ricordavano nemmeno il giorno della loro nascita.
Il XX secolo, un'epoca segnata da abissi di atrocità e vette di eroismo, custodisce la storia della Brigata Ebraica (Jewish Brigade Group), un simbolo indelebile di resilienza e determinazione. Quest'unità militare, composta da volontari ebrei provenienti dalla Palestina mandataria e da altri paesi, combatté valorosamente a fianco degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra le sue fila, figure come Moshe Za'iri incarnarono l'impegno incrollabile verso il popolo ebraico e la lotta contro l'oppressione nazifascista, lasciando un'eredità di coraggio e speranza
Tra le cime elevate e il cielo infinito, silenziosi abbracci di roccia, la natura svela il suo volto più puro, dove il sole bacia i sentieri di muschio. Echi di passi leggeri danzano nell’aria, mentre il profumo di pino avvolge il cuore, un rifugio di calma, un sogno sospeso, nel regno delle montagne, eterno e vero.
Immaginate un percorso serpeggiante, una strada stretta che si snoda attraverso il cuore pulsante di un paesaggio idilliaco. Lungo le stradine avvolte da un manto di verde lussureggiante, dove i fiori di campo dipingono la tela della natura con pennellate di colore vibrante, e a lato della strada che prosegue sinuosamente verso la Valle Brembana, incastonata tra le pieghe delle montagne bergamasche, un tragitto secondario si insinua tra le zone collinari, un rifugio di pace e tranquillità a nord dell'abitato di Selvino. Questo borgo incantevole, insieme al suo vicino Aviatico, compone l'Altopiano omonimo, un balcone naturale sospeso tra cielo e terra, un regno di aria pura e panorami mozzafiato.
Selvino sorge a circa 1000 metri di altitudine, in una posizione privilegiata che offre una vista panoramica sulla Val Seriana e sulle montagne circostanti. La sua posizione strategica, al confine tra la pianura e la montagna, ha influenzato la sua storia fin dalle origini, rendendola un punto di passaggio e di scambio tra diverse culture.
Le prime tracce di insediamenti umani nel territorio di Selvino risalgono all'epoca romana, come testimoniano alcuni ritrovamenti archeologici. Tuttavia, è nel periodo medievale che Selvino inizia a svilupparsi come un vero e proprio borgo.
Una colonia alpina trasformata in rifugio. Una villa tra le montagne che, dopo la Seconda guerra mondiale, divenne la casa e la speranza per centinaia di bambini ebrei sopravvissuti alla Shoah. Sciesopoli racconta la storia straordinaria di un luogo che ha ridato vita, dignità e futuro a chi aveva perso tutto. Tra testimonianze, ricordi, documenti d’epoca e interviste, questo podcast è un viaggio nella memoria, per capire come la solidarietà e l’umanità possano nascere anche dalle macerie più oscure della Storia.
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Scritto e prodotto dal Michele Larotonda
Musica di Pixabay Music
Una colonia alpina trasformata in rifugio. Una villa tra le montagne che, dopo la Seconda guerra mondiale, divenne la casa e la speranza per centinaia di bambini ebrei sopravvissuti alla Shoah. Sciesopoli racconta la storia straordinaria di un luogo che ha ridato vita, dignità e futuro a chi aveva perso tutto. Tra testimonianze, ricordi, documenti d’epoca e interviste, questo podcast è un viaggio nella memoria, per capire come la solidarietà e l’umanità possano nascere anche dalle macerie più oscure della Storia.