Una ragazza milanese di vent’anni va a studiare a Londra nel 1959. Invece di scriversi lunghe lettere, lei e la madre decidono di usare un mezzo di comunicazione d’avanguardia: il nastro magnetico dei registratori Geloso. Le bobine cominciano a viaggiare da Londra e Milano e viceversa, come dei vocali di whatsapp ante litteram. Sessantaquattro anni dopo, il figlio della ragazza, il regista e autore radiofonico Gaetano Cappa, trova per caso i nastri in cui sono conservati i messaggi della mamma e della nonna e il risultato è questo My fair mommy, un incredibile e vivido viaggio nei tardi anni ‘50. Le voci delle due donne sembrano uscire da un film in bianco e nero, il loro eloquio è lontanissimo da quello usato oggi e il mondo che raccontano, all’epoca moderno e sorprendente, è ormai irrimediabilmente confinato alla Storia.
My fair mommy è mixato in mono e sonorizzato con precisione filologica.
My Fair Mommy è un podcast di Chora Media in collaborazione con Istituto Barlumen
Scritto, narrato, sonorizzato e prodotto da Gaetano Cappa
Cura editoriale: Marco Villa e Luca Micheli
Produzione esecutiva: Ilaria Celeghin
Finalizzazione: Guido Bertolotti
Hanno partecipato: Grazia, Elena, Ann e “il Cap”.
Per Istituto Barlumen si ringraziano Derek Allen, Marco Drago, Alessandra Felletti, e Francesco Lovari e Massimiliano Speziani
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Una ragazza milanese di vent’anni va a studiare a Londra nel 1959. Invece di scriversi lunghe lettere, lei e la madre decidono di usare un mezzo di comunicazione d’avanguardia: il nastro magnetico dei registratori Geloso. Le bobine cominciano a viaggiare da Londra e Milano e viceversa, come dei vocali di whatsapp ante litteram. Sessantaquattro anni dopo, il figlio della ragazza, il regista e autore radiofonico Gaetano Cappa, trova per caso i nastri in cui sono conservati i messaggi della mamma e della nonna e il risultato è questo My fair mommy, un incredibile e vivido viaggio nei tardi anni ‘50. Le voci delle due donne sembrano uscire da un film in bianco e nero, il loro eloquio è lontanissimo da quello usato oggi e il mondo che raccontano, all’epoca moderno e sorprendente, è ormai irrimediabilmente confinato alla Storia.
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Grazia ha quasi terminato il suo soggiorno a Londra e pensa già con malinconia al ritorno in Italia, non ancora pronta a lasciarsi alle spalle una così intensa esperienza. Tutto sembra finire, le storie da raccontare, gli amori immaginati, le cene e i viaggi, ma, come in tutti i grandi finali, c’è un colpo di scena: un ospite misterioso che ha qualcosa da dire sulla vicenda della nostra “charming girl”.
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Grazia riporta alla mamma gli aspetti più glamour di Londra: la famiglia reale, gli eventi mondani, il teatro, il musical. La mamma risponde da Milano, raccontando della nuova Bianchina, delle strade piene di strani segnali e sensi vietati.
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Conosciamo l’ingegner Boccini uno con le conoscenze nei “posti giusti” e una passione per l’anatra al forno. L’ingegnere dell’Innocenti (così viene chiamato nel racconto) è l’ultimo dei cavalieri che corteggiano Grazia e chiude il capitolo delle vicende amorose.
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Una volta tornata a Londra, Grazia si ritrova circondata di spasimanti. Il più deciso sembra Mauro, giornalista di trentaquattro anni inviato a Londra da una famosa agenzia di stampa. Il nuovo cavaliere non perde occasione di corteggiare Grazia, soprattutto ora che Alfredo è tornato in Italia e il campo sembra libero. Ma Mauro vuole strafare e rovina tutto.
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Gita fuori porta nel Suffolk, dove la nostra protagonista è stata invitata dall’amica Jane. In campagna la vita scorre a un ritmo diverso che a Londra e sopravvivono forme conviviali da “vecchia Inghilterra”, come i pic-nic e la “gin-hour”.
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A Londra, Grazia comincia a frequentare un giro di giornalisti, registi, produttori e dirigenti d’azienda italiani, tutti più grandi di lei e tutti già padroni del loro destino. Alfredo è uno di loro. Romano, trentaseienne, affascinante, sembra aver conquistato il cuore della giovane studentessa in trasferta a Londra. Ma siamo nel 1959 e certe scelte vanno ponderate a lungo. Così succede che Alfredo deve ripartire per Roma subito dopo che è scoccata la scintilla e tutto finisce senza cominciare. Forse.
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Una scatola piena di bobine di nastro magnetico Geloso è un bel regalo per chi si occupa di suono e radiofonia. Dopo aver trovato la scatola, Gaetano Cappa rimette in funzione il suo vecchio registratore Geloso e ascolta il contenuto dei nastri. Una giovane ragazza racconta alla mamma le sue avventure di studentessa italiana a Londra nel 1959. A un certo punto Cappa capisce che la ragazza del nastro è Grazia, sua madre e la donna che le risponde da Milano è sua nonna Elena. Decide così di intraprendere un viaggio intenso ed emozionante nel passato della sua famiglia.
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Una ragazza milanese di vent’anni va a studiare a Londra nel 1959. Invece di scriversi lunghe lettere, lei e la madre decidono di usare un mezzo di comunicazione d’avanguardia: il nastro magnetico dei registratori Geloso. Le bobine cominciano a viaggiare da Londra e Milano e viceversa, come dei vocali di whatsapp ante litteram. Sessantaquattro anni dopo, il figlio della ragazza, il regista e autore radiofonico Gaetano Cappa, trova per caso i nastri in cui sono conservati i messaggi della mamma e della nonna e il risultato è questo My fair mommy, un incredibile e vivido viaggio nei tardi anni ‘50. Le voci delle due donne sembrano uscire da un film in bianco e nero, il loro eloquio è lontanissimo da quello usato oggi e il mondo che raccontano, all’epoca moderno e sorprendente, è ormai irrimediabilmente confinato alla Storia.
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