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Musica nova: voci innovative dal passato
Rete Toscana Classica
8 episodes
6 days ago
In questo nuovo ciclo Kathryn Bosi ci guida alla scoperta di musica innovativa composta in Italia tra tardo Rinascimento e primo Barocco. Ogni giovedì alle 18.40, dal 4 febbraio al 25 marzo 2021, scopriremo un compositore oggi quasi ignoto. Si passa da Stefano Landi a Benedetto Pallavicino, da Suor Lucrezia Vizzana a Bellerofonte Castaldi, da Francesco Rasi a Sigismondo d’India, da Francesca Caccini ad Adriano Willaert. Quest’ultimo nel 1544 pubblicava a Venezia una collezione di polifonia intitolata – guarda caso – Musica nova. Opera a stampa tra le più celebri del periodo, contiene, insolitamente in un unico volume, trentatré mottetti e venticinque madrigali per formazioni che variano da quattro a sette voci. Voci innovative dal passato Perché questi musicisti sono rimasti nell’ombra per secoli? Le ragioni sono varie e interessanti. Bellerofonte Castaldi e Sigismondo d’India, grazie al loro livello sociale ed economico, hanno potuto spostarsi per l’Italia accettando incarichi e pubblicando musica quando ne avevano voglia. Benedetto Pallavicino è stato maestro di cappella per il duca Vincenzo Gonzaga alla corte di Mantova. Nonostante il suo valore, il disprezzo con cui l’ha descritto Monteverdi ha pesato per secoli sul giudizio dei musicologi. Suor Lucrezia Vizzana, abilissima compositrice chiusa in convento a Bologna, soffrì per le tensioni e i litigi fra le consorelle e gli ecclesiastici tanto da perdere la ragione. Stefano Landi è il primo autore italiano di un’opera su soggetto storico e religioso. Ha scritto anche monodie e duetti per camera ma purtroppo ce ne sono giunti ben pochi. Francesco Rasi, protagonista della prima rappresentazione dell’Orfeo di Monteverdi, era famoso per la bellezza della sua voce. Di solito è ricordato per questo, e per l’assassinio che ha commesso, più che per le sue notevoli composizioni musicali e poetiche. Infine Francesca Caccini è stata la prima donna a comporre un’opera in musica, riscoperta solo pochi decenni fa. Grazie a Kathryn Bosi scopriremo quanto la musica di questi autori – antica alle nostre orecchie – sia stata veramente ‘nova’ al suo apparire. L’immagine pubblicata è di proprietà del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, a cui vanno i nostri ringraziamenti. a cura di Kathryn Bosi
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In questo nuovo ciclo Kathryn Bosi ci guida alla scoperta di musica innovativa composta in Italia tra tardo Rinascimento e primo Barocco. Ogni giovedì alle 18.40, dal 4 febbraio al 25 marzo 2021, scopriremo un compositore oggi quasi ignoto. Si passa da Stefano Landi a Benedetto Pallavicino, da Suor Lucrezia Vizzana a Bellerofonte Castaldi, da Francesco Rasi a Sigismondo d’India, da Francesca Caccini ad Adriano Willaert. Quest’ultimo nel 1544 pubblicava a Venezia una collezione di polifonia intitolata – guarda caso – Musica nova. Opera a stampa tra le più celebri del periodo, contiene, insolitamente in un unico volume, trentatré mottetti e venticinque madrigali per formazioni che variano da quattro a sette voci. Voci innovative dal passato Perché questi musicisti sono rimasti nell’ombra per secoli? Le ragioni sono varie e interessanti. Bellerofonte Castaldi e Sigismondo d’India, grazie al loro livello sociale ed economico, hanno potuto spostarsi per l’Italia accettando incarichi e pubblicando musica quando ne avevano voglia. Benedetto Pallavicino è stato maestro di cappella per il duca Vincenzo Gonzaga alla corte di Mantova. Nonostante il suo valore, il disprezzo con cui l’ha descritto Monteverdi ha pesato per secoli sul giudizio dei musicologi. Suor Lucrezia Vizzana, abilissima compositrice chiusa in convento a Bologna, soffrì per le tensioni e i litigi fra le consorelle e gli ecclesiastici tanto da perdere la ragione. Stefano Landi è il primo autore italiano di un’opera su soggetto storico e religioso. Ha scritto anche monodie e duetti per camera ma purtroppo ce ne sono giunti ben pochi. Francesco Rasi, protagonista della prima rappresentazione dell’Orfeo di Monteverdi, era famoso per la bellezza della sua voce. Di solito è ricordato per questo, e per l’assassinio che ha commesso, più che per le sue notevoli composizioni musicali e poetiche. Infine Francesca Caccini è stata la prima donna a comporre un’opera in musica, riscoperta solo pochi decenni fa. Grazie a Kathryn Bosi scopriremo quanto la musica di questi autori – antica alle nostre orecchie – sia stata veramente ‘nova’ al suo apparire. L’immagine pubblicata è di proprietà del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, a cui vanno i nostri ringraziamenti. a cura di Kathryn Bosi
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Suor Lucrezia Vizzana
Musica nova: voci innovative dal passato
1 hour 2 minutes 17 seconds
4 years ago
Suor Lucrezia Vizzana
Suor Lucrezia Vizzana, abilissima compositrice, visse nel convento di Santa Cristina della Fondazza a Bologna. Nata nel 1590 e morta nel 1662, è stata l’unica monaca bolognese ad aver pubblicato le sue opere. Nel 1622 una lettera anonima al cardinale Ludovico Ludovisi a Roma denunciò scandali nel convento, rivelando un conflitto interno che provocò lunghe indagini e tensioni tra le suore. Suor Lucrezia Vizzana soffrì per questa situazione tanto da perdere la ragione.
Musica nova: voci innovative dal passato
In questo nuovo ciclo Kathryn Bosi ci guida alla scoperta di musica innovativa composta in Italia tra tardo Rinascimento e primo Barocco. Ogni giovedì alle 18.40, dal 4 febbraio al 25 marzo 2021, scopriremo un compositore oggi quasi ignoto. Si passa da Stefano Landi a Benedetto Pallavicino, da Suor Lucrezia Vizzana a Bellerofonte Castaldi, da Francesco Rasi a Sigismondo d’India, da Francesca Caccini ad Adriano Willaert. Quest’ultimo nel 1544 pubblicava a Venezia una collezione di polifonia intitolata – guarda caso – Musica nova. Opera a stampa tra le più celebri del periodo, contiene, insolitamente in un unico volume, trentatré mottetti e venticinque madrigali per formazioni che variano da quattro a sette voci. Voci innovative dal passato Perché questi musicisti sono rimasti nell’ombra per secoli? Le ragioni sono varie e interessanti. Bellerofonte Castaldi e Sigismondo d’India, grazie al loro livello sociale ed economico, hanno potuto spostarsi per l’Italia accettando incarichi e pubblicando musica quando ne avevano voglia. Benedetto Pallavicino è stato maestro di cappella per il duca Vincenzo Gonzaga alla corte di Mantova. Nonostante il suo valore, il disprezzo con cui l’ha descritto Monteverdi ha pesato per secoli sul giudizio dei musicologi. Suor Lucrezia Vizzana, abilissima compositrice chiusa in convento a Bologna, soffrì per le tensioni e i litigi fra le consorelle e gli ecclesiastici tanto da perdere la ragione. Stefano Landi è il primo autore italiano di un’opera su soggetto storico e religioso. Ha scritto anche monodie e duetti per camera ma purtroppo ce ne sono giunti ben pochi. Francesco Rasi, protagonista della prima rappresentazione dell’Orfeo di Monteverdi, era famoso per la bellezza della sua voce. Di solito è ricordato per questo, e per l’assassinio che ha commesso, più che per le sue notevoli composizioni musicali e poetiche. Infine Francesca Caccini è stata la prima donna a comporre un’opera in musica, riscoperta solo pochi decenni fa. Grazie a Kathryn Bosi scopriremo quanto la musica di questi autori – antica alle nostre orecchie – sia stata veramente ‘nova’ al suo apparire. L’immagine pubblicata è di proprietà del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, a cui vanno i nostri ringraziamenti. a cura di Kathryn Bosi