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Matassa
The Submarine
16 episodes
8 months ago
Matassa è il nuovo podcast di the Submarine che vuole raccontare quello che succede nei paesi e nei luoghi che la stampa mainstream italiana prende in considerazione soprattutto quando c’è da mettere in guardia sull’ennesima presunta invasione di migranti o profughi.

Non è semplice avere un'idea chiara di quello che succede intorno a noi: soprattutto di questa parte del mondo — che guardiamo da lontano, superficialmente e con l’occhio della narrazione occidentale. Matassa intende raccontarla con più chiarezza, con la consapevolezza che le classi ricche dell’Occidente non sono il centro dell’universo.

Leila Belhadj Mohamed è laureata in relazioni internazionali ed è un’ attivista transfemminista esperta di geopolitica e diritti umani. Ha lavorato per anni nella comunicazione per il sociale e scrive di geopolitica del Medio Oriente e del continente africano.

The Submarine è una testata online che fa base a Milano, che si occupa di giustizia sociale, lotta alle disuguaglianze e cultura pop.
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Matassa è il nuovo podcast di the Submarine che vuole raccontare quello che succede nei paesi e nei luoghi che la stampa mainstream italiana prende in considerazione soprattutto quando c’è da mettere in guardia sull’ennesima presunta invasione di migranti o profughi.

Non è semplice avere un'idea chiara di quello che succede intorno a noi: soprattutto di questa parte del mondo — che guardiamo da lontano, superficialmente e con l’occhio della narrazione occidentale. Matassa intende raccontarla con più chiarezza, con la consapevolezza che le classi ricche dell’Occidente non sono il centro dell’universo.

Leila Belhadj Mohamed è laureata in relazioni internazionali ed è un’ attivista transfemminista esperta di geopolitica e diritti umani. Ha lavorato per anni nella comunicazione per il sociale e scrive di geopolitica del Medio Oriente e del continente africano.

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013: Il razzismo europeo contro il calcio africano
Matassa
21 minutes
3 years ago
013: Il razzismo europeo contro il calcio africano
Il calcio internazionale adotta due pesi e due misure con le federazioni più ricche e quelle più povere — mentre a nessuno sembra interessare la morte di migliaia di operai nella costruzione degli stadi in Qatar
 

Si è conclusa da poco la prima edizione della Fifa Arab Cup, una competizione organizzata fin dal 1963 dalla Uafa — la Union of Arab Football Associations, l’associazione delle federazioni calcistiche dei paesi arabi — che è ancora oggi un importante momento di condivisione e confronto politico e culturale. La competizione è stata vinta dall’Algeria in finale contro la Tunisia, e la finale è stata sostanzialmente una grande festa, con i vincitori che hanno dedicato la coppa al popolo palestinese.

 

Come molte altre manifestazioni calcistiche di alto livello, però, ci sono diverse criticità soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione: la competizione si è tenuta in Qatar ed è stata sostanzialmente una prova generale per i mondiali del 2022. Anche in questo caso quindi si è giocato in stadi costruiti sul sangue degli operai morti per realizzarli: secondo le ultime stime ben 6.500 persone, impiegate in condizione di semi-schiavitù, sarebbero morte partecipando alla costruzione delle strutture. Sarebbe opportuno pensare a un boicottaggio, ma i timidi tentativi in tal senso sono stati subito bloccati dalle federazioni nazionali, timorose di compromettere la riuscita di un ricco evento come i Campionati del mondo.

 

Per i prossimi mondiali, inoltre, la Fifa sta pensando a un’espansione disuguale dei paesi coinvolti, che consentirebbe la partecipazione di un numero di club europei sempre più ampio — mentre molte altre federazioni meno ricche e potenti della Uefa continuano a essere sottorappresentate. Nel frattempo, se siete fan del calcio, potete consolarvi seguendo la coppa d’Africa che partirà nel weekend del 9 gennaio. Nelle ultime settimane diversi esponenti del calcio italiano ed europeo si sono lasciati andare a lamentele dal retrogusto razzista sul fatto che la competizione privi i preziosi club europei dei propri calciatori per una coppa vista come inutile, a differenza di quelle a cui partecipano i paesi della Uefa.

 
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in copertina, elaborazione grab via Vimeo CC BY 3.0 AFL Architects
Matassa
Matassa è il nuovo podcast di the Submarine che vuole raccontare quello che succede nei paesi e nei luoghi che la stampa mainstream italiana prende in considerazione soprattutto quando c’è da mettere in guardia sull’ennesima presunta invasione di migranti o profughi.

Non è semplice avere un'idea chiara di quello che succede intorno a noi: soprattutto di questa parte del mondo — che guardiamo da lontano, superficialmente e con l’occhio della narrazione occidentale. Matassa intende raccontarla con più chiarezza, con la consapevolezza che le classi ricche dell’Occidente non sono il centro dell’universo.

Leila Belhadj Mohamed è laureata in relazioni internazionali ed è un’ attivista transfemminista esperta di geopolitica e diritti umani. Ha lavorato per anni nella comunicazione per il sociale e scrive di geopolitica del Medio Oriente e del continente africano.

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