
Nelle ultime settimane sono arrivate la guida alle pizzerie di Gambero Rosso e le classifiche di Pizza Awards; prendendole come spunto parlo di come ogni guida, classifica e recensione singola siano giustamente frutto di una valutazione soggettiva - e per questo non criticabile - fatta da chi, si spera, abbia sufficiente esperienza nel campo ed utilizzi metodologie definite e quindi replicabili.
I problemi sorgono, invece, quando nelle procedure vengono a mancare trasparenza, etica e coerenza: una guida/classifica/recensione nella quale gli autori allo stesso tempo lavorano per uffici stampa, agenzie di comunicazione o pizzerie, porta in dono un enorme conflitto di interessi e una mancanza di autorevolezza.
Per non parlare di chi, in maniera ancora più torbida, prova a vendere o meglio a "suggerire" di cambiare prodotto per raggiungere gli obiettivi: inaccettabile, e purtroppo succede più spesso di quanto immaginiate.
E ancora, talvolta il giudizio viene supportato da preconcetti che nulla che avrebbero a che vedere con la qualità della pizza, basati su preferenze personali, amicizie o atteggiamenti "puntivi" per qualche motivo non meglio precisato.
L’autorevolezza non te la assegni da solo, come pure accade: te la danno i lettori, il tempo, la trasparenza e la coerenza. E troppe guide e recensioni sembrano fatte più per gli addetti ai lavori che per chi la pizza la mangia davvero.