Esistono libri che sono finiti nel dimenticatoio della storia, che sono stati dei flop commerciali, o che magari hanno avuto un grande successo, vendendo molte copie, ma ancora oggi fatichiamo a capire quale sia stato il loro reale impatto. O meglio, ci è sfuggito il collegamento fra qualcosa che conosciamo e l'idea da cui tutto ebbe inizio.
Alcuni di questi volumi hanno influenzato scelte, idee, stili e modi di vivere, eppure c'è bisogno di parlarne, ancora, o magari per la prima volta. In questo podcast scopriremo dodici testi, usciti in epoche e luoghi differenti, che hanno contribuito molto a cambiare il nostro immaginario, oltre ad aver condizionato il nostro modo di pensare, mangiare e vivere.
Libri, dunque, che non hanno fatto la storia. O forse si?
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Esistono libri che sono finiti nel dimenticatoio della storia, che sono stati dei flop commerciali, o che magari hanno avuto un grande successo, vendendo molte copie, ma ancora oggi fatichiamo a capire quale sia stato il loro reale impatto. O meglio, ci è sfuggito il collegamento fra qualcosa che conosciamo e l'idea da cui tutto ebbe inizio.
Alcuni di questi volumi hanno influenzato scelte, idee, stili e modi di vivere, eppure c'è bisogno di parlarne, ancora, o magari per la prima volta. In questo podcast scopriremo dodici testi, usciti in epoche e luoghi differenti, che hanno contribuito molto a cambiare il nostro immaginario, oltre ad aver condizionato il nostro modo di pensare, mangiare e vivere.
Libri, dunque, che non hanno fatto la storia. O forse si?
Questo il sottotitolo dell'opera del 1826 Physiologie duGoût, firmata Jean Anthelme Brillat-Savarin e pubblicata a Parigi da Sautelet (ed. it. Fisiologia del gusto, tr. di Dino Provenzal, Slow Food editore, 2008). Ma che cos'è la "gastronomia trascendentale"? E, prima ancora, cosa si intende per "fisiologia del gusto"? Oggi siamo abituati a ritenere la cucina una scienza degna di rispetto e riconoscimento unanime da tutte le discipline, ma cosa poteva pensare dell'arte culinaria un francese di inizio Ottocento?
Si può parlare di cibo diversamente da come fanno tutti, intenti come sono a ostentare opulenza (i ricchi) a bilanciare alimenti seguendo stagionalità e disponibilità dei prodotti (i cittadini comuni) o magari, come per la stragrande maggioranza dei francesi del XIX secolo, a trovare qualcosa da mettere sotto i denti per non morire di fame. Il volume rappresenta lo spaccato di una minuscola fetta di società - quella benestante, uscita con le ossa rotte dal quatorze juillet - ingranditasi progressivamente nei secoli successivi, con l'avvento del benessere collettivo. Quel segmento sociale che parla di cibo, del pasto, della tavola, del banchetto, della convivialità, delle coltivazioni, della caccia, degli allevamenti eccetera eccetera... Insomma, ghiotti e buongustai.
Ne parliamo con Edoardo d'Elia, docente e autore del podcast La Merenda
La citazione letta da Eleonora Chiara Giusti (minuto 34:47) è tratta da p. 277 dell'edizione italiana.
Libri che NON hanno fatto la storia
Esistono libri che sono finiti nel dimenticatoio della storia, che sono stati dei flop commerciali, o che magari hanno avuto un grande successo, vendendo molte copie, ma ancora oggi fatichiamo a capire quale sia stato il loro reale impatto. O meglio, ci è sfuggito il collegamento fra qualcosa che conosciamo e l'idea da cui tutto ebbe inizio.
Alcuni di questi volumi hanno influenzato scelte, idee, stili e modi di vivere, eppure c'è bisogno di parlarne, ancora, o magari per la prima volta. In questo podcast scopriremo dodici testi, usciti in epoche e luoghi differenti, che hanno contribuito molto a cambiare il nostro immaginario, oltre ad aver condizionato il nostro modo di pensare, mangiare e vivere.
Libri, dunque, che non hanno fatto la storia. O forse si?