La domanda, ovviamente, è retorica. La leadership di cui parliamo qui ha sicuramente a che fare più con l'idea di perdita che con quella di vittoria.
La (vera) leadership porta sempre con sé un senso di perdita. E chi la esercita deve aiutare le comunità nelle quali e con le quali opera a "mettere le perdite sul tavolo", chiamandole con il loro nome.
Come accade tutto questo? Perché? E in che senso la resistenza che avvertiamo è una preziosa cartina tornasole?
Lo racconto qui.
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