
Proviamo a pensare alla produzione discografica di Fabrizio De Andrè come ad una serie di puntini, abilmente numerati, da collegare per far comparire la figura. Alcuni di quei puntini rappresentano incontri, altri viaggi, altri ancora influenze e correnti di pensiero.
Non è un mistero l’associazione di Fabrizio ad una cultura francese e trobadorica così come non si può non pensare alle innumerevoli traduzioni “importate” con dedizione e impegno nel grande baule della canzone d’autore italiana.
Nancy nasce così, dalla traduzione di un brano del cantautore e poeta canadese Leonard Cohen, “Seems so long ago”, dall’album “Songs from a room” del 1969. Nell’intenzione di Cohen, Nancy è la canzone di un riscatto nei confronti di una ragazza che egli stesso descriverà come “molto vicina a lui”.
Una ragazza che non appartiene alla maggioranza e che, probabilmente per inseguire la propria idea di mondo e di libertà, a venti anni scappa dalla propria famiglia. Morirà suicida appena ventunenne, dopo aver vissuto il distacco dal proprio bambino, portatole via dalla legge.
Potremmo dire che Nancy, nel brano di De Andrè e forse nella vita, sia in grado di abitare contesti differenti, entrambi con una forte presenza.
Nell’immaginario degli amanti, viene sicuramente dipinta con i colori delle “occasioni”, posizionata nella categoria delle donne dall’innamoramento facile e dai facili costumi.
Sono i versi cantati come un’ammissione di colpa, un grido di verità, a dare luce diversa alla protagonista. “Dicevamo che era libera ma nessuno era sincero”
Che prezzo ha, dunque, la libertà? Nancy, apparente simbolo di emancipazione, porta con sé un forte senso di abbandono ed un primitivo bisogno di amore. Lei, costretta alla prostituzione dalla fallocrazia, sperimenta sulla propria pelle “il prezzo che si paga per assomigliare al proprio desiderio”.
Il “palazzo del Mistero”, prima per Leonard Cohen e successivamente per De Andrè, va inteso come una “casa di appuntamenti”. Quale uomo avrebbe mai avuto intenzione di corteggiare Nancy, di conseguenza pensata come “donna da appuntamenti?”
L’ultima strofa rappresenta un intimo incontro tra i pensieri della donna e quelli della gente, nutriti dal senso di colpa di tutti coloro che avevano avuto modo di viverne la leggerezza senza mai conoscerne la profondità.
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L'AUTRICE / Lucia Lamboglia: https://instagram.com/lucia.lamboglia
LA NARRATRICE / Talìa Donato: https://www.instagram.com/taliadonato/
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Bibliografia: https://deand.re/to/#6hYcsFa