
Oggi sono qui, sul mio terrazzo, a scrivere queste cose su un telefonino, a te, che da un anno riposi in un vaso di cenere, sul comò della tua camera da letto, a mille chilometri da qui. Sto pensando, alla fine, di cancellare tutto, di eliminare questi inutili file di testo, perché non serve a niente scrivere “Della morte di mia madre”, non serve a nessuno, leggere queste pagine di dolore.
Sicuramente, anziché della morte, avrei dovuto utilizzare il mio tempo a scrivere “Della Vita di mia madre”, avrei dovuto parlare di tutte le cose belle che hai vissuto insieme a noi, mamma, di come ci hai cresciuti, di come ci hai viziati, di come hai sopportato il peso e le ingiustizie della vita… di come ti sei sacrificata per tutti noi.
Certo, sarebbe stato più facile, più comodo… e lo farò, ne sono sicuro.
Ma per farlo, dovevo prima riuscire a superare la tua morte.
E oggi, mamma, a un anno di distanza… purtroppo, non ce l’ho fatta. Non ho ancora superato la tua assenza.