
La mamma ci ha aspettati prima di chiudere gli occhi per sempre.
Ora è libera.
Noi no
Noi no, noi non siamo liberi.
Siamo legati: le mani, i piedi, la testa, il cuore.
Papà ora non dovrà più fare quella strada, due volte al giorno per andare a trovarla, non dovrà più cercare il parcheggio all’ombra di quegli alberi magri, salire le scale di quella "bella" casa di riposo, quella struttura capace solo di accompagnare i suoi ospiti verso l'infinito.
Mai nessuno uscirà vivo da quelle stanze.
Come tutti noi, anche mio padre si era rassegnato.
A vederla lì, inerme e sofferente, da più di otto mesi, era stato uno strazio infinito per tutti. Dopo i primi periodi, avevamo sperato, pregato, cercato un gancio a cui aggrapparci per riavere indietro la nostra Anna.
I santi e le madonne non ci hanno mai ascoltato.
I medici non ci hanno consolati mai.
Ora dovremo avere a che fare con le agenzie funebri e la burocrazia del caso.
Lo facciamo. Lucidamente. Papà decide per la cremazione. Siamo tutti d'accordo...