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In effetti
Pregaudio
40 episodes
2 months ago
Non è possibile capire “dove andiamo” senza sapere “da dove veniamo”: occorre allora tornare al grande codice della cultura occidentale. Non solo, è utile osservare come questo, nel tempo, abbia prodotto degli “effetti” sulla cultura in generale. Il capitolo 24 di Luca può aiutarci ad attualizzare la questione: come i due diretti a Emmaus «conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto», altrettanto potremmo fare oggi, conversando tra noi di tutto quello che è accaduto negli ultimi duemila anni. In generale, che tracce ha lasciato sul pianeta Terra l’evento Gesù Cristo? Nello specifico, quali effetti ha prodotto sulla cultura e nei diversi ambiti: la storia, la letteratura, la geografia, la scuola, la scienza, la filosofia, l’arte, la politica, la superstizione, l’etica e, avvicinandoci al nostro tempo, lo sport, i mass media, e via dicendo? Più precisamente: il mondo coi suoi mille risvolti, si è lasciato scalfire dalle pagine bibliche? Quanto, queste, hanno inciso nello svolgimento della “storia”? Ma soprattutto: quali “effetti” ha avuto su di essa?
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Non è possibile capire “dove andiamo” senza sapere “da dove veniamo”: occorre allora tornare al grande codice della cultura occidentale. Non solo, è utile osservare come questo, nel tempo, abbia prodotto degli “effetti” sulla cultura in generale. Il capitolo 24 di Luca può aiutarci ad attualizzare la questione: come i due diretti a Emmaus «conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto», altrettanto potremmo fare oggi, conversando tra noi di tutto quello che è accaduto negli ultimi duemila anni. In generale, che tracce ha lasciato sul pianeta Terra l’evento Gesù Cristo? Nello specifico, quali effetti ha prodotto sulla cultura e nei diversi ambiti: la storia, la letteratura, la geografia, la scuola, la scienza, la filosofia, l’arte, la politica, la superstizione, l’etica e, avvicinandoci al nostro tempo, lo sport, i mass media, e via dicendo? Più precisamente: il mondo coi suoi mille risvolti, si è lasciato scalfire dalle pagine bibliche? Quanto, queste, hanno inciso nello svolgimento della “storia”? Ma soprattutto: quali “effetti” ha avuto su di essa?
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Ma quale gioco! (Bibbia e calcio)
In effetti
55 minutes
2 years ago
Ma quale gioco! (Bibbia e calcio)
Testo della catechesiChe legame può mai esserci tra il libro più posseduto al mondo (anche se il meno letto!?) e lo sport più famoso? Forse il binomio Bibbia e calcio non è così azzardato. Proviamo a dimostrarlo.. Anzitutto, come e quando è nato il calcio? Se la paternità di questo sport è rivendicata da più parti e risale agli albori delle civiltà, è quella cinese ad offrircene il primo documento, risalente addirittura al 1697 a.C.! Fu infatti l’imperatore Huang-Ti ad inventare il Tsu-Chu, letteralmente “palla di cuoio spinta col piede”. Ma c’è una cosa ancora più antica del calcio.. il gol, affermava Vezio Melegari nel suo Manuale del gol del 1974, «O meglio: lo è nella sua espressione linguistica originaria, il termine inglese goal. Questa magica paroletta – scrisse – ha origini incerte: forse, quando nacque, voleva dire bastone, o palo.. Certamente i britannici la usavano per indicare un limite, un confine, di quelli che si segnano, appunto, con pali o paletti. Verso il 1530 – aggiunse – .. cominciò ad indicare una meta, un traguardo, un punto di arrivo». Per rimanere nel nostro binomio Bibbia e calcio, non è forse alla tanto agognata “terra promessa” che il gol ci rimanda? Ogni “rete” non nasconde simbolicamente quello “spazio” cui il nostro cuore infondo anela? Altra paternità è quella rivendicata dai francesi, che fanno risalire il calcio alla soule o choule, gioco che si disputava saltuariamente, spesso una sola volta l’anno, quando ancora la Francia si chiamava Gallia: «una specie di battaglia attorno a una palla, combattuta da intere popolazioni contro altre popolazioni. Tutto consisteva, infatti, nel far passare la palla sul territorio del villaggio avversario. – aggiunge Melegari – Non c’erano regole e.. ogni violenza era permessa». La soule, tuttavia, sarebbe stata portata in Gallia dai soldati di Giulio Cesare, come ebbe a scrivere Jules Rimet, presidente della FIFA (la federazione di calcio internazionale) dal 1921 al 1954, cui fu dedicata la Coppa del Mondo fino al 1970. Ad avere qualcosa da ridire sono quindi gli italiani, tanto da far scrivere all’enciclopedia Treccani, apparsa nel 1930: «Il gioco del calcio, caduto progressivamente in desuetudine dopo gli splendori del Rinascimento, è di tradizione italiana, e più in particolare fiorentina», poiché è a Firenze che il calcio fu regolamentato. Ma questo sport, come noi lo conosciamo, nasce tuttavia nel 1863 a Londra, con la Football Association of England, la quale optò per la più rivoluzionaria delle regole adottate fino a quel momento: proibire che i giocatori prendessero la palla con le mani! Ma la cosa non andò giù a chi praticava il Rugby, sport che prese il nome da una cittadina inglese in cui avvenne un episodio storico: «Durante una partita di football, un giocatore locale.. William Webb Ellis, afferrò la palla, se la mise sotto il braccio.. e andò a deporla in goal. (questa, prosegue l’autore) Era la risposta a quanti volevano che il football si giocasse soltanto con i piedi». Per gli americani il rugby football continuò ad essere il solo ed unico football, tant’è che il calcio lo chiamano soccer, deformazione volontaria della parola association, quella con cui gli inglesi identificano il calcio, appunto. Association «perché – è ancora Melegari a parlare – il calcio moderno ha preso avvio da un’associazione fondata a Londra in un’osteria, la Freemason’s Tavern», dove il 26 ottobre 1863 undici club fondarono la già citata “associazione” che, tra l’altro, bandiva definitivamente la violenza (?!) dai campi di gioco. Fu invece qualche anno prima, nel 1857, che la prima società ufficiale vide la luce: lo Sheffield. Il Football «entrò (quindi) nelle scuole sotto forma di dribbling game, ovvero “gioco della finta”», cosa che ci permette di rispondere ad una curiosità: perché si gioca in undici? A stabilirlo fu ancora il calcio inglese nel 1870 – prima infatti si giocava in numero variabile tra i 15 e i 27 (!?) – e le ipotesi del perché sono diverse, due s...
In effetti
Non è possibile capire “dove andiamo” senza sapere “da dove veniamo”: occorre allora tornare al grande codice della cultura occidentale. Non solo, è utile osservare come questo, nel tempo, abbia prodotto degli “effetti” sulla cultura in generale. Il capitolo 24 di Luca può aiutarci ad attualizzare la questione: come i due diretti a Emmaus «conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto», altrettanto potremmo fare oggi, conversando tra noi di tutto quello che è accaduto negli ultimi duemila anni. In generale, che tracce ha lasciato sul pianeta Terra l’evento Gesù Cristo? Nello specifico, quali effetti ha prodotto sulla cultura e nei diversi ambiti: la storia, la letteratura, la geografia, la scuola, la scienza, la filosofia, l’arte, la politica, la superstizione, l’etica e, avvicinandoci al nostro tempo, lo sport, i mass media, e via dicendo? Più precisamente: il mondo coi suoi mille risvolti, si è lasciato scalfire dalle pagine bibliche? Quanto, queste, hanno inciso nello svolgimento della “storia”? Ma soprattutto: quali “effetti” ha avuto su di essa?