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In effetti
Pregaudio
40 episodes
2 months ago
Non è possibile capire “dove andiamo” senza sapere “da dove veniamo”: occorre allora tornare al grande codice della cultura occidentale. Non solo, è utile osservare come questo, nel tempo, abbia prodotto degli “effetti” sulla cultura in generale. Il capitolo 24 di Luca può aiutarci ad attualizzare la questione: come i due diretti a Emmaus «conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto», altrettanto potremmo fare oggi, conversando tra noi di tutto quello che è accaduto negli ultimi duemila anni. In generale, che tracce ha lasciato sul pianeta Terra l’evento Gesù Cristo? Nello specifico, quali effetti ha prodotto sulla cultura e nei diversi ambiti: la storia, la letteratura, la geografia, la scuola, la scienza, la filosofia, l’arte, la politica, la superstizione, l’etica e, avvicinandoci al nostro tempo, lo sport, i mass media, e via dicendo? Più precisamente: il mondo coi suoi mille risvolti, si è lasciato scalfire dalle pagine bibliche? Quanto, queste, hanno inciso nello svolgimento della “storia”? Ma soprattutto: quali “effetti” ha avuto su di essa?
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Non è possibile capire “dove andiamo” senza sapere “da dove veniamo”: occorre allora tornare al grande codice della cultura occidentale. Non solo, è utile osservare come questo, nel tempo, abbia prodotto degli “effetti” sulla cultura in generale. Il capitolo 24 di Luca può aiutarci ad attualizzare la questione: come i due diretti a Emmaus «conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto», altrettanto potremmo fare oggi, conversando tra noi di tutto quello che è accaduto negli ultimi duemila anni. In generale, che tracce ha lasciato sul pianeta Terra l’evento Gesù Cristo? Nello specifico, quali effetti ha prodotto sulla cultura e nei diversi ambiti: la storia, la letteratura, la geografia, la scuola, la scienza, la filosofia, l’arte, la politica, la superstizione, l’etica e, avvicinandoci al nostro tempo, lo sport, i mass media, e via dicendo? Più precisamente: il mondo coi suoi mille risvolti, si è lasciato scalfire dalle pagine bibliche? Quanto, queste, hanno inciso nello svolgimento della “storia”? Ma soprattutto: quali “effetti” ha avuto su di essa?
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Coltivare cosa? (Bibbia e cultura)
In effetti
29 minutes
2 years ago
Coltivare cosa? (Bibbia e cultura)
Testo della catechesi«Se la Bibbia è considerata il libro dei cristiani.. – afferma Éric Denimal – è altrettanto vero che essa appartiene a tutto il genere umano. I cristiani non hanno alcun diritto di monopolizzarla né, tanto meno, di sottrarla all’umanità.. La Bibbia è certamente un libro spirituale.. ma è anche un’opera culturale.. narra (infatti) la saga di un popolo (ebraico, israelita o giudeo che dir si voglia) che si fa specchio di tutti i popoli!». Nell’utilissimo e divertente libro La Bibbia per tutti, la penultima parte del testo è intitolata Una società influenzata dalla Bibbia e inizia così: «Al di là delle polemiche, è evidente che la tradizione ebraico-cristiana ha permeato la cultura, la storia e il pensiero europei. Ne ritroviamo innumerevoli tracce.. in tutte le nostre espressioni artistiche.. modo di agire e di pensare, nella vita di tutti i giorni, nel nostro parlare e nel nostro quotidiano». Se fino ai primi del ’900 la lettura della Bibbia era affare d’élite, perché non tutti sapevano leggere e scrivere, oggi l’analfabetismo è invece specificamente biblico: chi lavora in ambito scolastico, ad esempio, lo sa bene. Se tutti sappiamo cos’è la Bibbia (anche se non la conosciamo), val la pena soffermarsi sul concetto di cultura, che il Vocabolario Treccani così definisce: «dal latino cultura, derivato di colĕre, “coltivare”.. L’insieme di cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo». La cultura di ognuno di noi, in pratica, è frutto di ciò che abbiamo coltivato nel tempo, «siamo quello che mangiamo» per dirla col filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, ma in senso lato. Cioè, in questo momento storico, io sono tutto ciò che nella mia vita ho fatto mio: il cibo ingerito, i luoghi visitati, i libri letti, i film visti, la musica ascoltata, l’arte di cui ho fatto esperienza, ecc.. ma soprattutto sono il frutto delle relazioni che sono riuscito ad intessere. E di tale “coltivazione” ogni giorno mi presenta il raccolto. Il filosofo dell’educazione Aluisi Tosolini, esperto in didattica – avendo speso buona parte della sua vita nel mondo della scuola, prima come docente poi come dirigente – nel testo Bibbia, cultura e scuola, redatto a due mani col teologo Brunetto Salvarani, afferma: «..si fa ancora molta fatica a rendersi conto che la Bibbia.. è prodotto culturale in duplice senso: in quanto è nata in una cultura specifica (semitica ed ellenistico-romana) e in quanto genera cultura». Il Libro bianco Teaching and Learning della Commissione europea invece, affermava negli ormai lontani anni ’90 del secolo scorso:  «Lo scotto che una società paga quando dimentica il passato è la perdita di qualsiasi eredità comune di sostegni e punti di riferimento. Non sorprende che, non conoscendo la storia della civiltà europea, espressioni come “traversata del deserto”, “portare la propria croce”, “eureka!”, “il giudizio di Salomone” o “la torre di Babele” abbiano perso il loro significato». Interessante – e non casuale! – il fatto che quattro dei cinque esempi citati attingano proprio dal repertorio biblico. «La condizione dell’attuale cultura europea è di autodemolizione (un tentato suicidio che i più giudicano un atteggiamento “moderno”), poiché pretende di emanciparsi dalle radici sulle quali si fonda, quelle cristiane, fondate sulla Bibbia». Con queste parole iniziava anni orsono un corso teologico intitolato proprio Bibbia e cultura.. ma le cose stanno davvero così? In che modo l’accantonamento delle sue radici bibliche, da parte della cultura dominante, costituisce un “suicidio”? E in che senso? Il compianto Umberto Eco dal canto suo, da semiologo, filosofo, massmediologo ed esperto medievista – lui che ...
In effetti
Non è possibile capire “dove andiamo” senza sapere “da dove veniamo”: occorre allora tornare al grande codice della cultura occidentale. Non solo, è utile osservare come questo, nel tempo, abbia prodotto degli “effetti” sulla cultura in generale. Il capitolo 24 di Luca può aiutarci ad attualizzare la questione: come i due diretti a Emmaus «conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto», altrettanto potremmo fare oggi, conversando tra noi di tutto quello che è accaduto negli ultimi duemila anni. In generale, che tracce ha lasciato sul pianeta Terra l’evento Gesù Cristo? Nello specifico, quali effetti ha prodotto sulla cultura e nei diversi ambiti: la storia, la letteratura, la geografia, la scuola, la scienza, la filosofia, l’arte, la politica, la superstizione, l’etica e, avvicinandoci al nostro tempo, lo sport, i mass media, e via dicendo? Più precisamente: il mondo coi suoi mille risvolti, si è lasciato scalfire dalle pagine bibliche? Quanto, queste, hanno inciso nello svolgimento della “storia”? Ma soprattutto: quali “effetti” ha avuto su di essa?