
Il primo episodio della prima stagione de "Il Castello del Germi" è dedicato alla figura di un artista milanese dimenticato, eppure riconosciuto universalmente quale fondamentale precursore delle arti figurative del '900: GIANDANTE X.
La registrazione di questo primo incontro rischia di non lasciare traccia per via di una tempesta solare (niente di meno) che manda in tilt l'apparecchiatura elettronica. Per fortuna si riesce a rimediare al volo, ma l'audio - registrato dall'esterno - risente particolarmente del riverbero naturale del portico dell'Elefante, che ospitava gli eventi all'interno dei giardini ducali del Castello Sforzesco. Strane surreali coincidenze che sarebbero piaciute a GIANDANTE X. Ma chi si nasconde dietro lo pseudonimo di questo genio milanese la cui massima aspirazione fu l'oblio?
«Era piccolo di statura, il volto intenso e profilato di chi è costantemente racchiuso in se stesso. Già il nome d’arte "Giandante" era un manifesto e un romanzo. All’anagrafe era Dante Pescò. Divenne Giandante X a vent’anni, nel 1920, al tempo dei suoi debutti artistici. “Giandante” è probabilmente un voluto refuso in luogo di “Viandante”; la X sta per cancellazione e anonimato. Un artista che non vorrebbe essere né riconosciuto né ricordato. Perché tanto tutto passa, e non ne vale la pena». Così Giampiero Mughini.
E invece Roberto FARINA, autore del libro “Giandante X” (Milieu 2022), ne ricorda la figura, ripercorrendone le tracce. Quelle di chi lo ha visto e conosciuto, chiedendosi quali fossero i demoni di questo colosso dimenticato del Novecento.
Con Roberto Farina, scrittore.
Voce narrante: Giovanni Succi.