
Per ovviare al problema della discriminazione è stato proposto l'utilizzo dello schwa, una "e" rovesciata che dovrebbe rappresentare le persone non binarie, ovvero le persone che non si riconoscono nel genere femminile o maschile. Lo schwa è stato aggiunto alle tastiere dei nostri dispotivi elettronici, è stato sperimentato nelle università, nei comuni o nelle regioni, aggiunto nei comunicati stampa o nelle circolari, per rendere il linguaggio più paritario. Ma cosa ne penserebbe la lingua italiana? E' davvero inclusivo? Abbiamo chiesto l'aiuto di Yasmina Pani per chiarire alcuni aspetti di questo nuovo fenomeno social(e).