Gameromancer, il podcast videoludicamente scorretto
Gameromancer
408 episodes
2 days ago
Questo non è il solito podcast di videogiochi.
Gameromancer è una ribellione. Una ribellione contro una game critic che si occupa di videogiochi per (e con) lucro, sbandierando una presunta oggettività. Noi non ci stiamo più: i videogiochi sono esperienza e introspezione. Arte. E in quanto arte assolutamente personali.
Vogliamo essere l'alternativa per chi si è rotto il cazzo. Ma ogni ribellione ha bisogno di ribelli, ed è qui che entrate in gioco voi. Unitevi a noi qui per i nostri deliri mensili, su Gameromancer.com per le nostre rece e seghementali settimanali, o su Facebook e Instagram per i nostri post giornalieri.
E se siete della vecchia scuola, potete pure andare a fanculo.
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Questo non è il solito podcast di videogiochi.
Gameromancer è una ribellione. Una ribellione contro una game critic che si occupa di videogiochi per (e con) lucro, sbandierando una presunta oggettività. Noi non ci stiamo più: i videogiochi sono esperienza e introspezione. Arte. E in quanto arte assolutamente personali.
Vogliamo essere l'alternativa per chi si è rotto il cazzo. Ma ogni ribellione ha bisogno di ribelli, ed è qui che entrate in gioco voi. Unitevi a noi qui per i nostri deliri mensili, su Gameromancer.com per le nostre rece e seghementali settimanali, o su Facebook e Instagram per i nostri post giornalieri.
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Ep. 226: ti sei accortə che i Soulslike stanno cambiando?
Gameromancer, il podcast videoludicamente scorretto
1 hour 1 minute 51 seconds
1 week ago
Ep. 226: ti sei accortə che i Soulslike stanno cambiando?
Li abbiamo chiamati “soulslike” perché si parlava di sviluppatori che provavano a fare il cosplay di Miyazaki senza riuscirci. Senza gli stessi processi mentali, senza lo stesso fascino, limitandosi solo all’estetica dark e a quella vibe da pali nel culo che sì, era parte dell’opera e del messaggio, ma poi abbiamo scoperto non essere il posto dove risiedevano i 21 grammi di anima dei Souls.
Ad un certo punto è Miyazaki stesso a scendere a compromessi con Miyazaki. Esce Sekiro, e viene fuori che si può fare qualcosa che sembri un soulslike pur non essendo copiato paro paro da quel modello lì.
E allora altri iniziano a fare la stessa cosa. Escono cose tipo Tunic, dove a far da padrone tra le varie “componenti Soulslike” è il linguaggio che parla il gioco, che qui diventa una lingua vera ed esplicita che puoi decifrare una pagina del libretto alla volta. Esce Black Myth: Wukong, e viene fuori che basta spostarsi qualche miglio più a Occidente rimanendo però dove di solito il sole va a tramontare per tirare fuori qualcosa di simile, ma fondamentalmente diverso. E destinato probabilmente a fare scuola, visto quanto rumore ha fatto.
Escono gli Hell is Us anche se non se ne accorge apparentemente nessuno, ma ormai non si torna più indietro e non puoi aspettarti di rifare i soulslike come si facevano prima e vedere la gente in festa. Se non ci credi chiedere a Bluepoint e al remake di Demon’s Souls.
Gameromancer, il podcast videoludicamente scorretto
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