Un secolo e mezzo di storia delle Esposizioni Universali. Un tempo mosso, all’origine, da una spinta ideale superlativa: chiamare a raccolta gli esseri umani di ogni parte del mondo a mostrarsi reciprocamente ciò che di più bello e utile avevano creato. Un tempo ritmato, peraltro, anche da utilitarismo, egoismi, doppi fini, desiderio di potere. Un tempo affollato di eccezionali eventi storici e personaggi memorabili. Le vicende attraversate dalle molte Expo tenutesi a partire dal 1851 riflettono tutto questo: in una cavalcata travolgente si racconta di un giardiniere che costruisce palazzi, di nazioni che si scontrano con accanimento secolare, di artisti che creano capolavori, di una ballerina che strega un re, di ciclopici progetti falliti, di piccole invenzioni che cambiano la storia dell’umanità.
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Un secolo e mezzo di storia delle Esposizioni Universali. Un tempo mosso, all’origine, da una spinta ideale superlativa: chiamare a raccolta gli esseri umani di ogni parte del mondo a mostrarsi reciprocamente ciò che di più bello e utile avevano creato. Un tempo ritmato, peraltro, anche da utilitarismo, egoismi, doppi fini, desiderio di potere. Un tempo affollato di eccezionali eventi storici e personaggi memorabili. Le vicende attraversate dalle molte Expo tenutesi a partire dal 1851 riflettono tutto questo: in una cavalcata travolgente si racconta di un giardiniere che costruisce palazzi, di nazioni che si scontrano con accanimento secolare, di artisti che creano capolavori, di una ballerina che strega un re, di ciclopici progetti falliti, di piccole invenzioni che cambiano la storia dell’umanità.
Quando, dopo il conflitto, si torna a tessere la trama delle Esposizioni, siamo a Bruxelles ed è il 1958. Piena era post-atomica: l’atomo è presente ovunque, simbolo dell’enorme potere della scienza umana e spettro terrorizzante che incombe sul futuro di un’umanità spaccata in due dalle raggelanti logiche della Guerra Fredda. L’emblema di quell’evento, l’Atomium, è un monumento che rappresenta un atomo del ferro ingrandito 150 miliardi di volte, alto più di 100 metri: il significato non è abbastanza chiaro? Sarà esplosiva, per ben altri motivi, anche l’expo successiva: Montreal 1967. Anni ’60, anni di rivoluzione giovanile, anni di cambiamenti travolgenti, anche in piccoli grandi dettagli: quando le hostess del padiglione inglese si presentano sorprendentemente in minigonna, scoppia una vera bomba nel mondo della moda e del comune senso del pudore. Il mondo sta cambiando.
Expo, storie di bellezza e genialità
Un secolo e mezzo di storia delle Esposizioni Universali. Un tempo mosso, all’origine, da una spinta ideale superlativa: chiamare a raccolta gli esseri umani di ogni parte del mondo a mostrarsi reciprocamente ciò che di più bello e utile avevano creato. Un tempo ritmato, peraltro, anche da utilitarismo, egoismi, doppi fini, desiderio di potere. Un tempo affollato di eccezionali eventi storici e personaggi memorabili. Le vicende attraversate dalle molte Expo tenutesi a partire dal 1851 riflettono tutto questo: in una cavalcata travolgente si racconta di un giardiniere che costruisce palazzi, di nazioni che si scontrano con accanimento secolare, di artisti che creano capolavori, di una ballerina che strega un re, di ciclopici progetti falliti, di piccole invenzioni che cambiano la storia dell’umanità.