Il mito di Eco, narrato da Ovidio, è molto più di un amore infelice: è il destino di una voce condannata a non poter esprimere se stessa.
Punita da Era, Eco non può mai iniziare un discorso: può soltanto restituire le parole degli altri. Eppure, anche quando il corpo svanisce, la sua voce resiste, fragile ma tenace.
E se anche noi, come Eco, potessimo lasciare nel mondo solo la nostra voce, cosa vorremmo che restasse detto?
Da Ovidio, Metamorfosi III 356-401.
Questo mito racconta di una fuga disperata, quella della ninfa Aretusa dal dio-fiume Alfeo. Per salvarla, la dea Artemide la trasformò in acqua, ma l’amore (o il desiderio di possesso?) del fiume la raggiunse persino oltre il mare, in Sicilia.
E se, come Aretusa, anche noi nelle fughe più disperate finissimo per incontrare proprio ciò da cui scappiamo?
Da Ovidio, Metamorfosi V 572-641.
Dedalo, l’inventore. Icaro, il figlio.
In questo episodio raccontiamo il mito del volo più audace dell’antichità, nato dal genio e consumato dal desiderio.
È una storia che parla di libertà, di limiti, di sogni che puntano in alto…troppo in alto.
E tu, cosa preferisci? Volare in alto rischiando di cadere o restare a terra, al sicuro, ma senza mai sfiorare il cielo?
Da Apollodoro, Epitome 1, 12-13 e Ovidio, Metamorfosi VIII 183-235.
Aracne era una giovane mortale, famosa in tutta la Lidia per la sua straordinaria abilità nel tessere. Ma quando il suo orgoglio la portò a sfidare Atena, dea protettrice delle arti, il confine tra talento e superbia si ruppe.
In questo episodio esploriamo un mito che parla di creatività, ambizione e potere – e ci interroghiamo sul destino delle voci che osano troppo.
Da Ovidio, Metamorfosi VI 1-145.
Orfeo amava profondamente Euridice. Quando la perse, non accettò il silenzio e scese nel regno dei morti, portando con sé solo la sua cetra e una speranza.
Questo è il mito dell’amore che ha sfidato la morte e del poeta che ha pagato il prezzo di un solo sguardo.
Da Virgilio, Georgiche IV 453-527 e Ovidio, Metamorfosi X 1-77.