Potremmo chiamarlo "incontri con uomini ordinari" giocando con il titolo del testo di Gurdjieff; una serie di piccole conversazioni con "maestri" della porta accanto, donne ed uomini incontrati per caso e con cui avevo voglia di dialogare, per qualche momento, in intimità ma anche in condivisione per tracciare degli appunti per la mia prossima rotta. Tra una parola e l'altra ci ascoltiamo assieme della buona musica "recuperata" su internet da ottimi artisti che distribuiscono in licenza creative commons. Niente "tagli" sui discorsi, il rispetto delle pause e degli inceppamenti di ciascuno, nessun lavoro di "regia"; il tentativo di mettere in circolo conversazioni semplici, dirette, intime in un certo senso con gli altri. Nessun tema è "prefissato" per ciascun dialogo; solo, per evitare di non sapere da dove cominciare, suggerisco agli ospiti un'immagine, una citazione, per provocare nel senso di "far scaturire" le parole. A ciascuno degli ospiti chiedo di "scegliere" il quadro o l'immagine che farà da locandina all'episodio ed un "parola" da regalarmi perché io possa costruirmi un abecedario per il futuro, una cartografia dei miei prossimi orizzonti umani.
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Potremmo chiamarlo "incontri con uomini ordinari" giocando con il titolo del testo di Gurdjieff; una serie di piccole conversazioni con "maestri" della porta accanto, donne ed uomini incontrati per caso e con cui avevo voglia di dialogare, per qualche momento, in intimità ma anche in condivisione per tracciare degli appunti per la mia prossima rotta. Tra una parola e l'altra ci ascoltiamo assieme della buona musica "recuperata" su internet da ottimi artisti che distribuiscono in licenza creative commons. Niente "tagli" sui discorsi, il rispetto delle pause e degli inceppamenti di ciascuno, nessun lavoro di "regia"; il tentativo di mettere in circolo conversazioni semplici, dirette, intime in un certo senso con gli altri. Nessun tema è "prefissato" per ciascun dialogo; solo, per evitare di non sapere da dove cominciare, suggerisco agli ospiti un'immagine, una citazione, per provocare nel senso di "far scaturire" le parole. A ciascuno degli ospiti chiedo di "scegliere" il quadro o l'immagine che farà da locandina all'episodio ed un "parola" da regalarmi perché io possa costruirmi un abecedario per il futuro, una cartografia dei miei prossimi orizzonti umani.
Undicesimo appuntamento con "Di segni e di sintomi"; questa volta ho la fortuna di dialogare con Roberto Latini.
L'immagine di copertina è un "Ramo di mandorlo fiorito" di Van Gogh
La parola scelta da Roberto è: aspirazione. Potete restare informati sulle attività di Roberto Latini visitando il sito https://https://www.fortebraccioteatro.com
Musiche e contributi sonori: - Josh Woodward - Jacov golman - Luca Giorgi - Doctor Turtle - Art of escapism - Francesco Chiantese legge Pablo Neruda su sonorizzazione di Andrea "Atrio" Marcucci - Jahzzar - Carmelo Bene legge "Il mondo e la rappresentazione" di Giorgio Colli
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Se vuoi partecipare al dialogo, segnalarci qualcuno con cui "chiacchierare" o contattare Francesco è possibile scrivere all'indirizzo posta@francescochiantese.it
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Di segni e di sintomi.
Potremmo chiamarlo "incontri con uomini ordinari" giocando con il titolo del testo di Gurdjieff; una serie di piccole conversazioni con "maestri" della porta accanto, donne ed uomini incontrati per caso e con cui avevo voglia di dialogare, per qualche momento, in intimità ma anche in condivisione per tracciare degli appunti per la mia prossima rotta. Tra una parola e l'altra ci ascoltiamo assieme della buona musica "recuperata" su internet da ottimi artisti che distribuiscono in licenza creative commons. Niente "tagli" sui discorsi, il rispetto delle pause e degli inceppamenti di ciascuno, nessun lavoro di "regia"; il tentativo di mettere in circolo conversazioni semplici, dirette, intime in un certo senso con gli altri. Nessun tema è "prefissato" per ciascun dialogo; solo, per evitare di non sapere da dove cominciare, suggerisco agli ospiti un'immagine, una citazione, per provocare nel senso di "far scaturire" le parole. A ciascuno degli ospiti chiedo di "scegliere" il quadro o l'immagine che farà da locandina all'episodio ed un "parola" da regalarmi perché io possa costruirmi un abecedario per il futuro, una cartografia dei miei prossimi orizzonti umani.