
“Il fiume che cantò la fine” racconta il giorno in cui Sibari, la città più splendida della Magna Grecia, scomparve per sempre sotto le acque del Crati.
Non fu una battaglia, ma un rito del destino: una civiltà di lusso e di bellezza travolta da se stessa, che trovò nella propria caduta la sua immortalità.
Attraverso il linguaggio poetico e magico di questo episodio, le voci dei sibariti si fanno eco nel tempo, e il fiume diventa voce, memoria, canto.
Perché le città non muoiono davvero.Restano dove qualcuno continua a raccontarle.