In questo episodio do voce alle insegnanti, quelle che ogni giorno portano il peso e la bellezza del loro lavoro tra classi affollate, burocrazia infinita e colleghi che a volte sostengono, a volte feriscono.
Ho raccolto le loro testimonianze, le loro fatiche, le loro verità. Ne esce un ritratto onesto, potente, a tratti scomodo, della scuola di oggi: una scuola che resta indietro, ma che, nonostante tutto, continua a resistere grazie a chi crede ancora nei bambini e nel potere dell’educazione emozionale.
Questo episodio è per chi si sente stanco ma non rassegnato, per chi lotta ogni giorno per portare gentilezza, presenza e consapevolezza nelle aule.
Perché l’educazione emozionale non è una moda o un progetto in più, ma una possibilità concreta di trasformare il modo in cui stiamo insieme, tra adulti e con i bambini.
E alla fine dell’episodio racconto anche del webinar del 19 novembre alle 18.30, un incontro dedicato proprio agli insegnanti e agli educatori che vogliono ritrovare senso, fiducia e strumenti per costruire insieme una scuola più viva, più empatica, più umana.
iscriviti qui : https://esmerise.com/educazioneemozionale/pages/webinargratuito
Quante volte chiediamo ai bambini, ai ragazzi, ai nostri figli o alunni: “Com’è andata oggi?”
E riceviamo solo un “Bene” o un silenzio.
Dietro quella risposta breve ci sono emozioni non espresse, esperienze non raccontate e, spesso, il bisogno di uno spazio sicuro per parlare.
In questo episodio scopri come cambiare le domande può trasformare il dialogo: dalla scuola di ogni giorno al momento in famiglia, dalla primaria alla secondaria, fino agli adulti intorno a noi.
Perché chiedere “Qual è la cosa più bella che ti è successa oggi?” o “C’è qualcosa per cui ti senti grato?” apre un mondo di emozioni e rafforza relazioni.
Alla fine dell’episodio ti racconto anche del webinar gratuito del 19 novembre alle 18.30, dedicato all’educazione emotiva in classe e al suo valore per insegnanti, educatori e bambini.
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Le parolacce dei bambini non sono un problema di “maleducazione”, ma un riflesso di ciò che imparano da noi adulti. In questo episodio parlo di linguaggio, emozioni e responsabilità: come reagire quando un bambino dice una parolaccia, cosa succede se la sente a scuola, e perché serve coerenza tra casa e scuola.
Ne parliamo insieme, con esempi reali, per capire come trasformare ogni parola in un’occasione educativa.
E ti ricordo che il 19 novembre alle 18.30 ci sarà il webinar gratuito per educatori, insegnanti e genitori sull’educazione emozionale in classe.
Il link per iscriverti: https://esmerise.com/educazioneemozionale/pages/webinargratuito
Le routine non sono rigidità: sono il ritmo che sostiene le giornate di bambini, adolescenti e adulti. In questo episodio parlo di perché pianificare è così importante, partendo dalle difficoltà che insegnanti e genitori mi raccontano ogni giorno. Scoprirai come le routine aiutano a creare sicurezza, a ridurre conflitti e a costruire memorie emotive positive, sia a scuola che a casa.
Alla fine, troverai anche un pdf gratuito con routine pratiche da usare subito: uno strumento concreto per riportare ritmo e serenità nelle tue giornate.
Ascolta, scarica e porta un po’ di calma e chiarezza nelle tue routine quotidiane.
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In questo episodio parlo di scuola.
Un argomento che sento profondamente, perché la scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma un contesto di vita, di relazioni, di emozioni.
Oggi più che mai credo che il sistema scolastico tradizionale abbia bisogno di un cambiamento profondo: non solo nei programmi o nei metodi, ma nel modo in cui adulti e bambini stanno insieme.
L’educazione emozionale non è un “di più”. È la base.
È ciò che permette a un bambino di sentirsi accolto, di riconoscere le proprie emozioni, di gestirle e trasformarle.
E questo è possibile solo se noi adulti per primi impariamo a farlo.
Non si può insegnare calma urlando, non si può insegnare empatia punendo, non si può parlare di rispetto se non lo pratichiamo ogni giorno.
In questo episodio parlo anche del ruolo degli insegnanti, con sincerità e rispetto.
So quanto sia difficile lavorare in un sistema rigido, con programmi standardizzati e poco spazio per la creatività o la cura emotiva.
So anche che ci sono insegnanti straordinari che ogni giorno, con piccoli gesti, fanno la differenza nella vita dei bambini.
A loro dedico questo episodio: un invito alla riflessione, ma anche una carezza, un incoraggiamento, una voce che dice “si può fare”.
E vi racconto anche una novità: a novembre partirà il mio corso di educazione emozionale in classe, pensato proprio per gli insegnanti che vogliono portare nella scuola un nuovo modo di vivere la relazione educativa, più consapevole, più autentico, più umano.
Se volete rimanere aggiornati, potete iscrivervi alla mia newsletter (trovate il link nei miei canali) e scaricare gratuitamente la mia guida sulle routine per l’educazione emozionale: un piccolo strumento quotidiano per iniziare la giornata in modo più calmo e connesso.
La scuola può davvero fare la differenza nella vita dei bambini.
E quella differenza, ogni giorno, può cominciare da noi.
In questo episodio parliamo di educazione emozionale per preadolescenti e adolescenti, un tema oggi più che mai centrale per il benessere dei ragazzi. Spesso i genitori e gli insegnanti si trovano di fronte a comportamenti difficili da comprendere: rabbia, chiusura, ansia, difficoltà a relazionarsi con i pari o con gli adulti. Ma cosa si nasconde dietro questi comportamenti? Qual è il tesoro interiore che ogni ragazzo porta con sé e come possiamo aiutarlo a emergere?
Durante l’episodio esploriamo insieme le neuroscienze dell’adolescenza, spiegando come il cervello dei ragazzi sia in continua trasformazione e come alcune strutture cerebrali influenzino emozioni, impulsi e relazioni sociali. Parleremo di amigdala, corteccia prefrontale e sistema limbico, e scopriremo come le esperienze quotidiane di ascolto, dialogo e confronto possano rafforzare la capacità dei ragazzi di regolare le proprie emozioni.
Condividerò anche esperienze concrete dai miei percorsi educativi, raccontando momenti in cui i ragazzi hanno trovato uno spazio sicuro per parlare, confrontarsi, piangere e trasformare le emozioni difficili in consapevolezza e crescita. Scopriremo insieme quanto sia potente l’impatto di un adulto empatico, attento e presente.
Questo episodio è pensato per chi lavora con i ragazzi, per chi li accompagna ogni giorno e per chi desidera comprendere meglio come sostenere la loro crescita emotiva. Se sei genitore, insegnante o educatore, ascoltare e condividere questo episodio può fare davvero la differenza.
«Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace.
A questo mondo, si educa per la competizione, e la competizione è l’inizio di ogni guerra.
Quando si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace.»
Maria Montessori, 1937
Quasi novant’anni fa Maria Montessori pronunciava queste parole.
Eppure oggi sembrano scritte per noi: viviamo in un mondo che parla continuamente di pace, ma che continua a educare alla gara, al confronto costante, al “chi è migliore” e “chi ha ragione”.
In questo episodio parliamo di cosa significa educare davvero alla pace, partendo dalla vita di tutti i giorni: dai conflitti tra fratelli a scuola, fino alle discussioni sui social e alle tensioni che si creano… persino quando siamo in fila alla cassa.
Perché la pace non nasce da slogan o manifestazioni, ma da scelte quotidiane, spesso silenziose e invisibili.
Condividerò strumenti concreti e i 5 pilastri dell’educazione alla pace, per iniziare a trasformare la competizione in cooperazione, e costruire un futuro in cui i bambini imparino a comunicare, ascoltare e collaborare, invece di scontrarsi.
Non possiamo fermare tutte le guerre nel mondo,
ma possiamo cambiare il modo in cui stiamo al mondo.
E questo cambia tutto.
Molti genitori pensano che educare alle emozioni significhi lasciare che i bambini facciano sempre ciò che vogliono, senza regole né confini.
In realtà è proprio l’opposto: i limiti sono punti di riferimento che li fanno sentire al sicuro, insegnano l’autoregolazione e costruiscono relazioni sane.
In questo episodio scopri come accogliere le emozioni senza accettare qualsiasi comportamento, dire no con fermezza e amore, e restare presente anche quando tuo figlio vive frustrazione, rabbia o conflitti.
Un viaggio per genitori che vogliono crescere figli sicuri, felici e consapevoli.
I nostri figli passano ore e ore con lo smartphone in mano, spesso senza limiti e senza guida. In questo episodio affrontiamo un tema urgente: come educare all’uso consapevole di smartphone e social, come proteggere i ragazzi dalla dipendenza digitale e dalla FOMO, la paura di essere tagliati fuori.
Ti racconto perché dare regole non è autoritarismo ma un gesto d’amore, come creare un regolamento familiare condiviso, e perché anche noi adulti dobbiamo essere i primi a dare l’esempio.
Un episodio potente, da ascoltare con attenzione… magari con il telefono in modalità aereo.
Ogni settembre torna quella scena: davanti al cancello della scuola, un bambino che piange, un genitore che si sente in colpa, un saluto che non si riesce a fare con leggerezza.
Il distacco è una fase fondamentale nella crescita di ogni bambino. Ma non riguarda solo i più piccoli: anche i bambini di sette, otto, dieci anni possono faticare a salutare, a lasciar andare la mano, a entrare in classe.
In questo episodio parliamo del distacco non come problema da “risolvere”, ma come esperienza relazionale da accompagnare.
Parliamo della paura del bambino, certo… ma anche della fatica del genitore.
Perché a volte non è lui a non essere pronto… ma noi.
Vedremo insieme:
Cosa c’è dietro il pianto del mattino
Perché l’autonomia non è un obbligo, ma un processo
Come l’autostima influisce sul distacco
Strategie concrete per accompagnare con amore (e fermezza)
Perché il vero cambiamento parte sempre da noi adulti
Un episodio per attraversare insieme una delle tappe più delicate, con empatia, strumenti e sguardo educativo.
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C’è ancora chi lo chiama “sculaccione educativo”.
Chi dice “una volta non succedeva niente”… come se il trauma sparisse solo perché nessuno ne parlava.
Ma oggi abbiamo il dovere di guardarci in faccia e smettere di raccontarcela:
uno schiaffo è uno schiaffo. Punto. Non educa, non aiuta, non costruisce.
In questo episodio parliamo di cosa accade davvero dentro un bambino quando riceve uno schiaffo, di cosa insegna (spoiler: non ciò che pensi), del perché continuiamo a giustificarlo, e soprattutto di cosa possiamo fare di diverso, anche quando siamo stanchi, frustrati, in difficoltà.
Nessuno nasce sapendo educare, ma tutti possiamo imparare. E rompere, una volta per tutte, la catena della violenza che ci hanno insegnato a chiamare educazione.
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🎧 Ascolta, rifletti e condividi con chi, come te, vuole crescere bambini consapevoli, senza paura.
Ultima settimana di agosto. L’aria si fa più sottile, i calendari si riempiono, e la tentazione di iniziare a “preparare i bambini” si fa sentire.
Ma serve davvero partire adesso con previsioni, promemoria e discorsi sul futuro?
Oppure rischiamo di fare più confusione che chiarezza?
In questo episodio parliamo di cambiamenti, di passaggi, di ritorni… ma con calma.
Scopriremo insieme:
quando è davvero il momento giusto per iniziare a parlare dei cambiamenti (e quando è troppo presto),
come aiutare i bambini, anche piccoli, a orientarsi nel tempo in modo concreto,
perché le routine condivise sono uno strumento potente per sviluppare autonomia e fiducia,
e quanto possono fare la differenza il dialogo familiare, la gratitudine serale, e l’ascolto vero.
Niente pressioni, niente corse, nessun discorso apocalittico sul “dopo”.
Solo strumenti concreti, parole giuste al momento giusto, e tanta cura nel presente.
Verso settembre… ma con i piedi ben piantati nell’oggi.
🎧 Alla fine dell’episodio ti parlo anche dei percorsi di educazione emozionale che ripartono a settembre: fiducia, emozioni, relazioni, autostima… tutto ciò che serve per crescere consapevoli.
Ogni volta che un bambino cambia grado scolastico, cambia anche identità. Cambiano gli adulti di riferimento, le aspettative su di lui, le parole che lo circondano. Ma cambiano anche i genitori: in silenzio, spesso senza strumenti, attraversano emozioni che nessuno nomina.
In questo episodio ti accompagno dentro il cuore dei passaggi scolastici più delicati — infanzia-primaria, primaria-secondaria — per guardare davvero cosa succede dentro, non solo intorno.
Parliamo di bambini che hanno paura ma non lo dicono, di genitori che sorridono ma si sentono smarriti, di emozioni che si muovono anche quando tutti sono concentrati su zaini nuovi, orari, e circolari.
E soprattutto parliamo di educazione emozionale.
Non come teoria da salotto, ma come strumento concreto per attraversare questi momenti con più consapevolezza, più verità, più presenza.
Condivido anche storie vere, esempi concreti, e ti racconto perché ho scelto di creare dei percorsi dedicati proprio a questi momenti delicati.
Se tuo figlio o tua figlia sta per affrontare un passaggio di scuola, o se lo hai vissuto da poco e ti ha lasciato il cuore un po’ pieno e un po’ spiazzato… questo episodio è per te.
Da ascoltare con calma, magari con una tisana e zero aspettative. Solo voglia di sentirsi meno soli, più compresi, più capaci di stare accanto a chi cresce.
In questo episodio lungo e profondo parliamo di cosa serve davvero oggi a bambini e ragazzi prima di rientrare a scuola.
Spoiler: non è un ripasso di grammatica.
Oggi i bambini entrano in classe con ansia, frustrazione, senso di inadeguatezza. Non si sentono visti, non credono in sé stessi, non sanno gestire le emozioni.
Non è colpa loro. Non è colpa tua. Ma possiamo fare qualcosa.
Ti racconto perché ho creato i miei percorsi intensivi pre-scuola di educazione emozionale: esperienze immersive, concrete e trasformative, pensate per diverse fasce d’età (dall’infanzia alle superiori), che offrono strumenti veri per affrontare con fiducia il nuovo anno scolastico.
Parliamo di fiducia, talenti, valori, e di come possiamo allenare i nostri figli alla vita, non solo alla scuola.
Le parole che usiamo ogni giorno con bambini e ragazzi hanno un peso enorme. Possono accogliere, nutrire, sostenere… ma possono anche ferire, umiliare, chiudere ponti. In questo episodio, esploriamo quanto la nostra comunicazione possa fare la differenza nelle relazioni educative. Parleremo di linguaggio consapevole, di frasi che lasciano il segno, di alternative concrete a espressioni che, anche in buona fede, rischiano di allontanare anziché avvicinare.
Un episodio che non punta il dito, ma che invita a guardarsi dentro con onestà e tenerezza.
E la sera stessa, alle 21.00, vi aspetto in diretta su Instagram con Karen Taranto, mediatrice familiare e autrice del libro Litigare bene si può, per continuare a riflettere insieme.
Alla fine dell’episodio, vi racconto anche dei miei percorsi di educazione emozionale in partenza a settembre: uno spazio per bambini e ragazzi dove imparare ad ascoltarsi, comunicare, costruire relazioni sane e sentirsi più sicuri di sé.
In questo episodio ti accompagno dentro una riflessione che va dritta al cuore della relazione educativa:
come facciamo a far collaborare i bambini senza urlare, minacciare o ricattarli?
La risposta non è nel controllo né nell’obbedienza cieca.
La collaborazione vera nasce quando ci sentiamo visti, ascoltati e valorizzati.
Vale per noi adulti, e vale anche per i bambini.
Parliamo insieme di:
– la differenza tra collaborazione e obbedienza
– perché i bambini si oppongono (e cosa ci stanno dicendo davvero)
– strategie pratiche per promuovere una partecipazione autentica
– esempi reali dal mio Summer Camp dove i bambini… collaborano sempre, con entusiasmo
– il nostro ruolo di adulti: come modellare, comunicare, sostenere
Un episodio da ascoltare con calma e con il cuore aperto, per riscoprire la bellezza del “fare insieme”.
C’è un momento preciso in ogni estate in cui arriva la frase temuta: “Mamma, mi annoiooo!”
E lì scatta in noi qualcosa. L’impulso a intervenire, a proporre, a distrarre, a intrattenere.
Ma se ti dicessi che la noia è un’esperienza educativa fondamentale?
In questo episodio ti accompagno a riscoprire il senso profondo della noia nei bambini – e anche in noi adulti. Parliamo di:
– perché la noia è una soglia, non un vuoto
– il legame tra noia e creatività
– dispositivi elettronici e delega educativa
– il coraggio di lasciare che “si arrangino”
– l’importanza di limiti chiari, pochi ma coerenti
– cosa perdiamo quando evitiamo ogni crisi
– come la noia può diventare una palestra per la vita
Un episodio denso, profondo e come sempre pratico.
Con uno sguardo lucido ma pieno di fiducia.
Perché educare non è intrattenere, ma sostenere la crescita, anche nelle sue pieghe più scomode.
L’estate dovrebbe essere sinonimo di leggerezza, e invece spesso si trasforma in una giungla di crisi emotive, capricci, stanchezza e confusione. I bambini sembrano più nervosi, noi adulti ci sentiamo sopraffatti. Ma perché succede?
In questo episodio ti racconto cosa ho osservato al Summer Camp: come una semplice organizzazione visiva ha cambiato l’umore e la partecipazione dei bambini… e anche la mia!
Parliamo di ritmo, non di rigide regole. Di flessibilità, non di controllo. Di come una bussola chiara e condivisa, anche nei mesi più caldi, possa trasformare la giornata di tutti.
Alla fine dell’episodio ti racconto anche come ricevere gratuitamente la guida pratica per organizzarti al meglio durante l’estate!
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In questo episodio ti porto con me dentro una scena vera, vissuta, che racconta più di mille teorie. Due bambine che urlano, si scontrano, si arrabbiano. Io che respiro, osservo, intervengo... ma senza castigare. Senza minacciare. Senza gridare più forte di loro. Solo presenza, empatia, strumenti.
E il giorno dopo, la magia. Le stesse bambine, durante un gioco, discutono... e decidono da sole di usare il bastone della parola per capirsi. Da sole. Senza adulti a dire “brava” o “smettila”. E lì ho pensato: ho fatto bingo.
Perché i bambini ci osservano, e imparano soprattutto da come ci comportiamo noi nei momenti difficili, non da quello che diciamo a tavolino.
In questo episodio ti racconto cosa è successo, perché non ho punito nessuno, e perché questo approccio educativo funziona — anche se richiede tempo, costanza e un lavoro prima di tutto su noi adulti. Ti lascio anche una guida gratuita per aiutarti a costruire una routine estiva più serena e strutturata con i tuoi bambini.
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Ho appena concluso tre settimane di Summer Camp con oltre 60 bambini. Nessuna punizione, nessuna urla, solo educazione emozionale autentica, dal mattino al pomeriggio.In questo episodio ti porto dentro l’esperienza più intensa che abbia mai vissuto, come professionista e come persona.Scoprirai perché l’educazione emozionale non è una teoria: è un modo di stare con i bambini che cambia tutto. E funziona.Anche quando ci sono limiti. Anche quando i bambini sono tanti.Anche quando sei stanca, ma scegli di esserci davvero.Una testimonianza potente che accende il fuoco della trasformazione educativa.