Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.
Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.

Due autori distanti come possono esserlo Bertold Brecht e Anton Cechov lo dicevano con parole diverse ma simili: «Il testo è il cuore del teatro» affermava il primo «Il testo è il punto di partenza e il punto di arrivo del teatro» scriveva il secondo.
Una centralità che lega due spettacoli prodotti dal LAC e che a distanza di pochi giorni arrivano entrambi sul palco del teatro luganese e che - ognuno a suo modo - ribadiscono come le migliori scritture sceniche siano prima di tutto la lettura intelligente di ottimi testi. Come insomma il teatro sia parola che si fa corpo.
Una caratteristica comune che però è solo uno dei fili che legano lo shakespeariano Riccardo III, portato in scena da Antonio Latella, al Per sempre che il giovane attore e regista Antonio Bandini ha realizzato partendo dall’epistolario di Giovanni Testori indirizzato al mercante d’arte e gallerista francese Alain Toubas con cui Testori visse un’intensa storia d’amore.
Con Latella e con Bandini Charlot si interroga in questa puntata sul rapporto tra testo e teatro, parola e corpo, e anche maestro allievo.