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Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
Rete Toscana Classica
12 episodes
17 hours ago
Beethoven 250 è un percorso tematico sulla produzione di Ludwig van Beethoven per celebrarne i 250 anni dalla nascita. Il progetto di Alberto Batisti e Luca Berni prevede per tutto l’anno, ogni lunedì alle 18.40, una trasmissione dedicata a Beethoven. Articolato in sessanta puntate, il progetto è suddiviso in quattro cicli affidati a quattro curatori. Il primo ciclo, a cura di Francesco Dilaghi, esamina l’opera per pianoforte, con particolare attenzione alle Sonate. Il secondo, a cura di Maddalena Bonechi e Marco Mangani, è dedicato ai quartetti per archi. Nel terzo Alberto Batisti illustra le nove Sinfonie, le tre versioni di Fidelio e la Missa solemnis. Infine, nel quarto, Marco Mangani analizza altre composizioni, tra cui trii e quintetti per archi, partiture per fiati e Lieder. Il progetto è intitolato E gli uomini salirono verso la luce, parole intonate da Beethoven nella cantata Da stiegen die Menschen ans Licht in morte dell’imperatore Giuseppe II. Un’invenzione musicale che confluirà anni dopo nel Fidelio, proprio nell’istante in cui Leonore libera dai ceppi il marito Florestan. I Quartetti d’archi a cura di Maddalena Bonechi e Marco Mangani Il secondo capitolo del nostro viaggio nell’opera di Beethoven è dedicato ai Quartetti per archi. Così entriamo nel laboratorio delle sperimentazioni più audaci compiute dal compositore. Sperimentazioni operate nella purezza polifonica di quattro registri strumentali perfettamente omogenei. Non a caso è proprio negli ultimi Quartetti che Beethoven arriva ad annientare ogni convenzione e maniera. Qui forma, fantasia ed espressione si librano oltre la storia e il tempo. Le prime tre puntate, dedicate ai Sei Quartetti op. 18, sono curate dalla giovane musicologa Maddalena Bonechi. Il resto della produzione quartettistica è illustrato da Marco Mangani in nove puntate in onda dal 29 giugno al 24 agosto 2020. Docente di Storia della Musica all’Università di Firenze, Mangani parte dai tre capolavori dell’op. 59, i cosiddetti Quartetti Rasumovsky. Nel cuore del Quartetto in la minore op.132 compare una fra le pagine più toccanti di Beethoven, scritta dopo una malattia. È la Canzona di ringraziamento di un guarito alla Divinità, in modo lidio. Ascoltarla in questo periodo è particolarmente emozionante e dolorosamente attuale. a cura di Maddalena Bonechi, Marco Mangani
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Beethoven 250 è un percorso tematico sulla produzione di Ludwig van Beethoven per celebrarne i 250 anni dalla nascita. Il progetto di Alberto Batisti e Luca Berni prevede per tutto l’anno, ogni lunedì alle 18.40, una trasmissione dedicata a Beethoven. Articolato in sessanta puntate, il progetto è suddiviso in quattro cicli affidati a quattro curatori. Il primo ciclo, a cura di Francesco Dilaghi, esamina l’opera per pianoforte, con particolare attenzione alle Sonate. Il secondo, a cura di Maddalena Bonechi e Marco Mangani, è dedicato ai quartetti per archi. Nel terzo Alberto Batisti illustra le nove Sinfonie, le tre versioni di Fidelio e la Missa solemnis. Infine, nel quarto, Marco Mangani analizza altre composizioni, tra cui trii e quintetti per archi, partiture per fiati e Lieder. Il progetto è intitolato E gli uomini salirono verso la luce, parole intonate da Beethoven nella cantata Da stiegen die Menschen ans Licht in morte dell’imperatore Giuseppe II. Un’invenzione musicale che confluirà anni dopo nel Fidelio, proprio nell’istante in cui Leonore libera dai ceppi il marito Florestan. I Quartetti d’archi a cura di Maddalena Bonechi e Marco Mangani Il secondo capitolo del nostro viaggio nell’opera di Beethoven è dedicato ai Quartetti per archi. Così entriamo nel laboratorio delle sperimentazioni più audaci compiute dal compositore. Sperimentazioni operate nella purezza polifonica di quattro registri strumentali perfettamente omogenei. Non a caso è proprio negli ultimi Quartetti che Beethoven arriva ad annientare ogni convenzione e maniera. Qui forma, fantasia ed espressione si librano oltre la storia e il tempo. Le prime tre puntate, dedicate ai Sei Quartetti op. 18, sono curate dalla giovane musicologa Maddalena Bonechi. Il resto della produzione quartettistica è illustrato da Marco Mangani in nove puntate in onda dal 29 giugno al 24 agosto 2020. Docente di Storia della Musica all’Università di Firenze, Mangani parte dai tre capolavori dell’op. 59, i cosiddetti Quartetti Rasumovsky. Nel cuore del Quartetto in la minore op.132 compare una fra le pagine più toccanti di Beethoven, scritta dopo una malattia. È la Canzona di ringraziamento di un guarito alla Divinità, in modo lidio. Ascoltarla in questo periodo è particolarmente emozionante e dolorosamente attuale. a cura di Maddalena Bonechi, Marco Mangani
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Music Commentary
Music,
Music History
Episodes (12/12)
Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
12 Quartetto op. 135 e Grande Fuga op. 133
Con il suo ultimo Quartetto op. 135 Beethoven torna alla tradizionale scansione in quattro movimenti; ma tutto, anche qui, parla il linguaggio del suo ultimo stile: dalla rarefazione dell’Allegretto al maniacale Trio dello Scherzo, e dalla cantabilità del Lento alla “difficile decisione” che offre lo spunto per il finale. In questa stessa trasmissione, Marco Mangani analizza la Grande Fuga che Beethoven pubblicò come brano a sé stante, dopo averla espunta dal Quartetto op. 130.
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5 years ago
46 minutes 58 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
11 Il Quartetto in do diesis minore op. 131
Completato nel 1826, il quartetto op. 131 è il più radicale degli ultimi quartetti di Beethoven. Sette movimenti collegati tra loro, dove le forme sono stabilite dal progetto compositivo, senza più distinzione tra presentazione del materiale ed elaborazione. Tutto qui è esposizione e sviluppo al tempo stesso; e tutto è contrappunto. Il disorientamento delle platee e l’ammirazione di Wagner sono i due volti della posizione unica occupata da questo lavoro nella storia della musica.
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5 years ago
53 minutes 43 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
10 Quartetto in si bemolle maggiore op. 130
Il Quartetto in si bemolle maggiore op. 130 – terzo e ultimo dei quartetti dedicati al principe Galitzin – abbandona, come il precedente, la suddivisione tradizionale. All’ampia struttura del primo movimento fanno seguito infatti tre brani caratteristici, a loro volta seguiti da una struggente “Cavatina”. Gli ascoltatori furono però sconvolti dall’immensa fuga finale. Beethoven decise di pubblicarla a parte (come op. 133), sostituendola con l’ultima, bistrattata, felicissima pagina che riuscì a completare.
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5 years ago
50 minutes 21 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
9 Il Quartetto in la minore op. 132
Con il quartetto in la minore – il secondo per il principe Galitzin, che solo per ragioni editoriali reca il numero d’op. 132 – Beethoven rompe decisamente gli argini del genere cameristico. Al posto dei tradizionali quattro movimenti, ne abbiamo ora cinque articolati in sei fasi. Vi trovano posto, con le nuove concezioni beethoveniane dell’elaborazione tematica e del contrappunto, un recitativo memore della Nona Sinfonia e la più intensa preghiera strumentale mai uscita dalla penna di un compositore.
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5 years ago
56 minutes 12 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
8 Il Quartetto n. 12 op. 127
Beethoven scrisse il Quartetto per archi n. 12 in mi bemolle maggiore op. 127 nel 1825. Nel 1822 il principe russo Nikolai Galitzin, eccellente violoncellista, gli aveva commissionato “due o tre nuovi quartetti”. Ancora impegnato su altri fronti (in particolare la Nona Sinfonia), Beethoven si mise al lavoro solo nel 1825, componendo i primi tre di quegli ultimi quartetti che costituiscono il suo lascito estremo. Il primo, pur tradizionale nelle sue forme esteriori, apre la saga cameristica che avrebbe sconvolto il mondo musicale dell’era moderna.
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5 years ago
44 minutes 33 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
7 I quartetti op. 74 e op. 95
I due quartetti op. 74 e op. 95, che Beethoven compose tra il 1809 e il 1810 nel pieno di una svolta esistenziale, sono due capolavori diversissimi. Il primo, che alcuni chiamarono “delle arpe” a motivo dell’uso insistito del “pizzicato”, è in bilico tra passato e futuro, tra serenità e inquietudine. Il secondo, definito “serioso” dallo stesso Beethoven e pubblicato solo nel 1816, è invece concentratissimo e ormai decisamente proiettato verso le vertigini dell’ultimo stile.
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5 years ago
48 minutes 15 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
6 Il Quartetto in do maggiore op. 59 n. 3
Il Quartetto in do maggiore op. 59 n. 3, l’ultimo dedicato a Razumovsky ricevette da subito un’accoglienza favorevole, perché in esso le novità di scrittura – non meno presenti che negli altri due lavori – si manifestavano sullo sfondo di alcuni “luoghi comuni”, ben riconoscibili da parte di un pubblico avvezzo ai modelli haydniani e mozartiani. Pur non presentando alcun esplicito “tema russo”, il quartetto prevede un secondo movimento ricco di pathos e chiaramente improntato al tono popolare tanto caro agli intellettuali romantici.
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5 years ago
54 minutes 39 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
5 Il Quartetto in mi minore op. 59 n. 2
Marco Mangani, prosegue l’esame dell’op. 59 con il Quartetto in mi minore n. 2. L’unico dei tre in tonalità minore presenta una forma più regolare rispetto al primo; ma i suoi profili tematici, le tecniche di sviluppo e l’uso dei registri estremi degli strumenti sono altrettanto innovativi. Come nel caso del primo quartetto, anche qui Beethoven ricorse a un’antologia di canzoni russe in omaggio al dedicatario: ne trasse il tema del Trio dello Scherzo, che sarà in seguito utilizzato da Musorgskij per l’Incoronazione del Boris Godunov.
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5 years ago
50 minutes 42 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
4 Il Quartetto in fa maggiore op. 59 n. 1
Questa quarta puntata del ciclo segna il passaggio di testimone da Maddalena Bonechi, che ha analizzato l’op. 18, a Marco Mangani, che inizia a esaminare l’op. 59. Nel febbraio del 1807 il pubblico viennese ascoltò i tre nuovi quartetti che Beethoven aveva composto l’anno precedente, dedicandoli all’ambasciatore russo conte Razumovsky. Tutti si attendevano un ulteriore passo nella direzione dell’op. 18: rimasero invece sconvolti dalle novità. Il Quartetto in fa maggiore op. 59 n. 1, del quale si occupa questa trasmissione, era senza dubbio il più audace. Gli esecutori lo accolsero ridendo, convinti che Beethoven avesse voluto prendersi gioco di loro.
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5 years ago
46 minutes 43 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
3 L’op. 18: i Quartetti n. 5 e n. 6
Maddalena Bonechi conclude l’esame dell’op. 18, avviata nelle prime due puntate, con il Quartetto in la maggiore op. 18 n. 5 e il Quartetto in si bemolle maggiore op. 18 n. 6. Il Quartetto op. 18 n. 5 presenta diversi legami con il Quartetto in la maggiore K. 464 di Mozart, nonché con l’op. 74 n. 2 di Haydn. Nel Quartetto op. 18 n. 6 l’Adagio finale, intitolato da Beethoven stesso La Malinconia, è caratterizzato da una melodia lenta e grave cui risponde l’Allegretto quasi Allegro, dai toni del Ländler. Proprio in questi evidenti contrasti è possibile rintracciare il germe di alcune delle innovazioni del Beethoven successivo.
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5 years ago
1 hour 12 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
2 L’op. 18: i Quartetti n. 2 e n. 4
5 years ago
57 minutes 15 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
1 L’op. 18: i Quartetti n. 3 e n. 1
5 years ago
1 hour 1 minute 40 seconds

Beethoven 250 – I Quartetti d’archi
Beethoven 250 è un percorso tematico sulla produzione di Ludwig van Beethoven per celebrarne i 250 anni dalla nascita. Il progetto di Alberto Batisti e Luca Berni prevede per tutto l’anno, ogni lunedì alle 18.40, una trasmissione dedicata a Beethoven. Articolato in sessanta puntate, il progetto è suddiviso in quattro cicli affidati a quattro curatori. Il primo ciclo, a cura di Francesco Dilaghi, esamina l’opera per pianoforte, con particolare attenzione alle Sonate. Il secondo, a cura di Maddalena Bonechi e Marco Mangani, è dedicato ai quartetti per archi. Nel terzo Alberto Batisti illustra le nove Sinfonie, le tre versioni di Fidelio e la Missa solemnis. Infine, nel quarto, Marco Mangani analizza altre composizioni, tra cui trii e quintetti per archi, partiture per fiati e Lieder. Il progetto è intitolato E gli uomini salirono verso la luce, parole intonate da Beethoven nella cantata Da stiegen die Menschen ans Licht in morte dell’imperatore Giuseppe II. Un’invenzione musicale che confluirà anni dopo nel Fidelio, proprio nell’istante in cui Leonore libera dai ceppi il marito Florestan. I Quartetti d’archi a cura di Maddalena Bonechi e Marco Mangani Il secondo capitolo del nostro viaggio nell’opera di Beethoven è dedicato ai Quartetti per archi. Così entriamo nel laboratorio delle sperimentazioni più audaci compiute dal compositore. Sperimentazioni operate nella purezza polifonica di quattro registri strumentali perfettamente omogenei. Non a caso è proprio negli ultimi Quartetti che Beethoven arriva ad annientare ogni convenzione e maniera. Qui forma, fantasia ed espressione si librano oltre la storia e il tempo. Le prime tre puntate, dedicate ai Sei Quartetti op. 18, sono curate dalla giovane musicologa Maddalena Bonechi. Il resto della produzione quartettistica è illustrato da Marco Mangani in nove puntate in onda dal 29 giugno al 24 agosto 2020. Docente di Storia della Musica all’Università di Firenze, Mangani parte dai tre capolavori dell’op. 59, i cosiddetti Quartetti Rasumovsky. Nel cuore del Quartetto in la minore op.132 compare una fra le pagine più toccanti di Beethoven, scritta dopo una malattia. È la Canzona di ringraziamento di un guarito alla Divinità, in modo lidio. Ascoltarla in questo periodo è particolarmente emozionante e dolorosamente attuale. a cura di Maddalena Bonechi, Marco Mangani