
Negli anni ’70, sotto l’impulso del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la colonia penale agricola di Pianosa si trasforma in carcere duro: un alto muro lungo tre chilometri e isolamento totale per spezzare i legami tra i boss e le loro organizzazioni, su un isola lontana da tutto.
Dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, il carcere di massima sicurezza viene riaperto.
E arrivano i nomi più temuti di Cosa Nostra come Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca..
Pianosa diventa il simbolo del 41-bis. Ma anche un luogo di ombre, silenzi e contraddizioni.
Raccontato attraverso le parole di Mario Palazzo, ex comandante della polizia penitenziaria sull’isola.