
Ho visto Nina volare è una canzone dedicata a Nina Manfieri, amica di infanzia di Fabrizio De André allorquando, durante gli anni della seconda guerra mondiale, la famiglia De André andò a rifugiarsi a Revignano d'Asti.
La solitudine del bambino, qui illustrata, fa da contrappunto all'autorità che è rappresentata dal padre che si frappone fra lui e il desiderio di completarsi, di diventare adulti con l'amore di Nina.
Questo desiderio di crescita è come quello di Prinçesa, del pescatore di acciughe, di Khorakhané... è semplicemente il tentativo di rassomigliare a se stessi.
Questo desiderio si risolve in due fasi: nella prima nella determinazione del giovane a fuggire per recuperare da solo il proprio diritto di diventare adulto e, successivamente, si sublima in quella solitudine che lo mette a contatto con l'Assoluto nel contemplare il mistero della creazione ("Quale sarà la mano che illumina le stelle...").
Il gesto "Mastica e sputa" può essere interpretato come il diventare artefice della propria sorte, il prendere il mano la propria vita in una sorta di autoesortazione al vivere secondo i propri schemi.
A cura di Walter Pistarini, www.viadelcampo.com.
Informazioni sull'Album "ANIME SALVE": https://deand.re/to/#vC4-26y