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http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5647BERLUSCONI VA IN TV DALLA BRAMBILLA AD ESALTARE L'AMORE PER IL SUO CAGNOLINO DUDU' di Andrea Cionci
Uno degli spettacoli più grotteschi della politica degli ultimi dieci anni (forse a pari merito con l'impeto "descamisado" del deputato Pd Fiano mentre aggredisce i colleghi a Montecitorio) ci è stato regalato da Silvio Berlusconi: lui col maglione blu da qualche migliaio di euro mentre allatta teneramente un agnellino. Pochi giorni fa nella trasmissione Dalla parte degli animali condotta dalla pasionaria animalista Michela Vittoria Brambilla, ha pontificato su Dudù e gli altri batuffoli che si rincorrono nel giardinone della sua Versailles presso Arcore. A parte la tristezza di vedere un ex maschio alpha della politica italiana ormai ostaggio dei sondaggi e delle sue avvenenti dame di corte che si riduce a intercettare le simpatie di proprietarie di beagle e barboncini, occorre una seria riflessione su uno dei più sottovalutati figli della cultura atea: l'animalismo.
Nulla a che vedere con l'amore e il rispetto per le creature della tradizione cristiana, ma anzi una vera aggressione all'uomo e all'ordine naturale, una privazione coatta del nostro rapporto armonico con la natura, un processo inversivo che pone l'uomo al servizio dell'animale; infine, l'allontanamento dei bambini dalla bellezza della natura. Una delle notizie più assurde degli ultimi giorni riguarda la scuola primaria di Oggebbio, nel Verbano. Una maestra aveva portato a scuola un pesce - morto - acquistato in pescheria per mostrare ai suoi piccoli allievi il miracolo dell'anatomia. Forse voleva far vedere che oltre a quel parallelepipedo surgelato e panato con granella di scarsa qualità che le loro madri comprano al supermercato, ci sono anche creature marine dotate di branchie, cuore, stomaco, fegato. Puntuale è arrivata la lettera inviperita della Lav (Lega anti vivisezione) a firma di tale Odette Favini: «Utilizzare per la didattica animali, vivi o morti, è obsoleto e mina la sensibilità dei bambini».
L'ALTOLÀ DEL PRESIDE
Il preside, cuor di leone, pur balbettando che il pesce era stato acquistato in pescheria, ha chinato il capo dicendo: «Non lo faremo più». Sembra una notizia alla Lercio, ma non lo è. Il potere intimidatorio di queste associazioni rasenta ormai l'abuso psicologico. Oggi comprare un cosciotto d'agnello per il pranzo pasquale è diventato una pratica aberrante e guai a cucinare il coniglio alla cacciatora. I seguaci dell'antispecismo si rivelano, poi, dei veri fondamentalisti, carichi di tutta quell'energia impositiva che un'erronea percezione di essere nel giusto offre loro. Non sono rare azioni violente contro allevatori, ristoratori e macellai, ma ancora peggiore è la nuova forma patologica di empatismo zoologico che si sta sviluppando, la quale crea dei danni enormi - non ancora sufficientemente indagati - sulla salute, sulla psicologia di massa, sulla cultura e anche sull'ambiente.
Di qualche tempo fa è la notizia che alcuni supermercati vendevano carne imballata in modo speciale per i ragazzi che provavano schifo a maneggiarla. All'allontanamento dal mondo rurale che è toccato alle giovani generazioni per motivi socio-economici, si aggiungono nuove svenevoli idiosincrasie indotte con l'unico risultato di allontanare sempre più i ragazzi dalla conoscenza diretta del mondo naturale. Un giovane che ha impressione a mettere in padella una bistecca, non è un giovane sensibile, è uno che ha dei problemi.
Questa subcultura crea anche enormi danni alle persone e all'economia. Un esempio? Per ovviare ai danni dell'enorme popolazione di cinghiali (attualmente circa sei milioni in Italia) - che provocano la rovina degli agricoltori, incidenti stradali e imbruttiscono il paesaggio imponendo ovunque l'installazione di reti e dissuasori -...