
> con Antonio Allegra < Primo incontro del ciclo "Lenin e lo Stato"
Stato e rivoluzione, oltre ad essere uno dei maggiori testi del pensiero politico di tutti i tempi (come Il principe di Machiavelli o Il manifesto del partito comunista di Marx ed Engels), rappresenta una tappa importante nella riflessione teorica del marxismo ed è stato un punto di riferimento importante per tutti i movimenti rivoluzionari socialisti dalla rivoluzione d’ottobre in poi.
Nato da una lunga meditazione storica sull’esperienza esaltante quanto tragica della Comune di Parigi, “la prima rivoluzione socialista”, e da un’approfondita riflessione teorica sugli scritti di Marx ed Engels, Stato e rivoluzione coniuga la riflessione teorica sullo Stato, restaurando, completando e sistematizzando il punto di vista marxista fino ad allora ignorato o travisato, con una pratica rivoluzionaria totalmente rinnovata rispetto al passato.
Quando il prodotto collettivo di pensiero e azione, che chiamiamo marxismo, fa dei passi in avanti, esso rende storicamente obsoleto quanto fino ad allora era sembrato vivente nelle affermazioni e nei principi enunciati nella riflessione del movimento operaio. Le teorie e la prassi invecchiano non in funzione della loro età, ma della loro mancanza di aderenza al tempo storico mutato. Mentre gli scritti Marx ed Engels, che Lenin riscoprì e capì, erano ancora vivi a distanza di mezzo secolo, la maggior parte dei teorici e degli avversari contemporanei a Lenin erano già lettera morta.
Per Lenin la teoria doveva essere un faro per la prassi, ma è quest’ultima che dà impulso alla teoria affinché sia all’altezza dei tempi e delle necessità storiche. Stato e rivoluzione è un’opera per la rivoluzione. In questo senso, è un’opera paradigmatica, nel senso che “ha fatto scuola”, così come il Che fare?. Anzi, si potrebbe dire che Stato e rivoluzione sia proprio il Che fare? del dopo rivoluzione, perché questa, essendo un processo, e non solo l’“attimo” dell’insurrezione (né tantomeno un colpo di stato), pone il lungo e per niente immediato compito di distruggere il vecchio e creare il nuovo.
L’abbattimento violento dello Stato in quanto forma di oppressione di classe; la soppressione delle classi; l’autogoverno diretto del popolo; la costituzione di un popolo in armi; la distruzione del corpo separato della burocrazia; la difesa della rivoluzione nella lunga fase della transizione al socialismo; la necessità di formare un popolo tanto istruito da potere permettere anche a una cuoca di poter dirigere lo stato proletario, fino alla sua estinzione definitiva, come diceva Lenin: queste sono, tra le altre, le indicazioni che hanno animato e guidato lotte e i processi rivoluzionari del XX e continuano a farlo nel XXI secolo.